L'Aiga, l'associazione italiana dei
giovani avvocati, scrive che, dopo la recente sentenza
pronunciata dalla Cassazione, "con la quale viene confermata la
natura autonoma del rapporto degli avvocati monocommittenti,",
serve "con forza un intervento legislativo". E ciò perché,
afferma il presidente Carlo Foglieni, "il fenomeno dell'avvocato
"collaboratore" in regime di monocommittenza, che investe
soprattutto la giovane avvocatura, rende necessaria
l'individuazione di criteri affinché, da un lato non venga
intaccata la natura libero professionale dell'avvocato, ben
distinta da quella del lavoratore subordinato, e dall'altro si
evitino storture tali da esporre ad un eccesso di incertezze
l'avvocato monocommittente, al quale spesso vengono richiesti
impegni stringenti verso lo studio presso cui opera, con un
elevato carico di lavoro".
"Durante il congresso nazionale forense dello scorso dicembre,
l'Aiga ha avanzato una serie di proposte, tutte approvate
dall'assise dei legali, che permetterebbe di disciplinare al
meglio questa emergenza. Tra queste ricordiamo l'obbligo della
forma scritta del contratto di prestazione d'opera
intellettuale, un "compenso minimo inderogabile", oltre ad una
serie di garanzie e diritti a favore dei colleghi
monocommittenti", aggiunge, come "il rimborso spese per la
formazione, il divieto di recesso in caso di gravidanza,
adozione, malattia, o infortunio".
Oggi, chiosa Foglieni, "chiediamo che queste stesse proposte
tornino sul tavolo del Consiglio nazionale forense per essere
inserite nella Legge professionale di prossima attuazione".
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