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Sandro D'Amico a 100 anni dalla nascita tra Rai e Pirandello

Sandro D'Amico a 100 anni dalla nascita tra Rai e Pirandello

Sua edizione critica definitiva del teatro del drammaturgo

ROMA, 24 marzo 2025, 13:11

Redazione ANSA

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(di Paolo Petroni) A cento anni dalla nascita, nel 1925, il Museo Biblioteca dell'Attore di Genova ricorda il 27 marzo il critico e studioso di teatro Sandro (Alessandro) D'Amico, scomparso a Roma nel 2010, cui si deve per i Meridiani di Mondadori l'edizione critica definitiva di tutta l'opera teatrale di Luigi Pirandello, quattro grandi volumi frutto di un immenso lavoro archivistico, storico e filologico durato anni. L'istituzione, che fondò nel 1969 insieme a Luigi Squarzina e Ivo Chiesa nel 1966, oggi divenuta Fondazione voluta dal Comune e dal Teatro Nazionale di Genova, ne ricorderà l'impegno come Conservatore sino al 1993 e l'azione determinante per la crescita del suo patrimonio archivistico e documentario relativo alla scena italiana e l'attività dei grandi attori italiani fra Otto e Novecento (Salvini, Modena, Ristori, etc.). Parlerà del suo operato l'attuale presidente Eugenio Pallestrini, cui seguiranno gli interventi di Daniela Ardini, Carla Pierolero, Enrico Campanati e Alessandro Tinterri. Sempre presente, informato, capace di giudizi fini, mai superficiali, espressi con serenità e magari una punta del suo humour, Sandro (Alessandro) D'Amico, che per la sua attività nel 2001 ha ricevuto dall'Università di Roma Tre la laurea honoris causa in Lettere, è stato testimone e memoria storica del nostro teatro del Novecento, anche essendo figlio di Silvio D'Amico, grande critico e riformatore delle nostre scene il cui archivio è ora patrimonio del Museo biblioteca genovese, e quindi cresciuto tra palcoscenico, attori, autori e registi, partecipe delle due grandi opere create da suo padre, l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica e la storica Enciclopedia dello Spettacolo. Proprio come redattore capo all'Enciclopedia iniziò a lavorare dal 1949 al 1957, collaborando allora anche con il nascente Festival dei Due Mondi di Spoleto. Tra il 1968 e il 1974 insegna Storia del Teatro all'Università di Lecce e poi a Roma all'Accademia d'Arte Drammatica D'Amico, ormai intitolata a suo padre, ed è presidente e animatore, dal 1998 fino al 2009, dell'Istituto di Studi Pirandelliani e del Museo Casa di Pirandello.
    La sua passione teatrale aveva radici lontane: "Ha scritto il mio amico Nando Taviani che la nostalgia è fisiologica ad ogni cultura teatrale - disse in conclusione del suo discorso per la laurea honoris causa - Verissimo. Tanto più vero mi appare oggi che sono al termine del mio mestiere di spettatore. Il teatro, arte che sembra vivere tutta nel presente, in realtà non si dissolve nel nulla, lascia in noi tracce, e di quelle tracce è fatta la nostra cultura teatrale, la nostra capacità d'intendere i linguaggi del teatro. Nostalgia di emozioni incancellabili. A quattro anni vidi Bonaventura sbucare dalle quinte e piombare in scena con una capriola. Come non averne nostalgia?". È con quello spirito che ha lavorato in Rai dal 1961 occupandosi per trent'anni, per il Terzo programma radio, delle trasmissioni dedicate al teatro, contribuendo sostanzialmente alla grande stagione del teatro alla radio, dove ha portato grandi attori e registi quali Luigi Squarzina, Orazio Costa, Giorgio Pressburger, ma anche con un occhio alla ricerca e l'avanguardia, da Carmelo Bene a Carlo Quartucci. È in quegli anni che grazie a D'Amico l'Italia ha conosciuto nuove realtà drammaturgiche come quella spagnola o quella degli 'arrabbiati' inglesi. Nel 1963, insieme con Fernando Di Giammatteo, curò una serie di interviste ad attori e attrici protagonisti del passaggio dal teatro degli anni del fascismo a quello del dopoguerra: da Emma Gramatica a Tino Buazzelli e da Sergio Tofano a Luchino Visconti. Negli anni Settanta si deve in gran parte a lui la serie delle Interviste impossibili (di Ceronetti, Eco, Manganelli, Sermonti, Calvino, Arbasino, Carlo Cecchi, Paolo Bonacelli, e altri). Nel 1980 propose le prime letture radiofoniche integrali di grandi romanzi, che furono iniziate nel 1980 da Orazio Costa con le 82 puntate dei Promessi Sposi.
   
   

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