"La più grande opera sulla
passione erotica che il teatro abbia mai prodotto", così il
regista toscano Federico Tiezzi, uno dei maestri del teatro
italiano, definisce Fedra che affronta nella versione di Jean
Racine, tornando così a lavorare sul mito greco dopo le prove di
Antigone di Sofocle e di Ifigenia in Aulide e Medea di Euripide.
Lo spettacolo, prodotto da Emilia Romagna Teatro in
collaborazione con i Teatri di Pistoia e la Compagnia
Lombardi-Tiezzi, sarà in scena all'Arena del Sole di Bologna dal
27 al 30 marzo prossimi con protagonista Elena Ghiaurov,
affiancata da un ampio cast.
Nel palazzo reale di Trezene, in una Grecia mentale e onirica
di cui restano solo rovine, all'interno di una stanza della
reggia simile a una camera di tortura, Fedra si dibatte nella
morsa di una passione tanto irrefrenabile quanto impossibile:
ama il figliastro Ippolito, figlio di primo letto del marito
Teseo. Non ricambiata nella passione, Fedra calunnia Ippolito di
un tentativo di stupro. Il ritorno di Teseo sarà il segnale di
un inesorabile tracollo, che farà precipitare gli eventi verso
la tragedia. Scritta nel 1677 a partire da Ippolito di Euripide
e Fedra di Seneca, l'opera di Racine è un dramma borghese:
"Fedra, sconvolta dalla sua passione, infrange l'ordine morale,
familiare e sociale attraverso il suo desiderio. - Spiega
Federico Tiezzi. - All'interno dell'ordine familiare, dentro le
regole sociali e dinastiche, l'amore porta il disordine
meraviglioso del cuore umano. La ragione cede alla violenza
erotica e apparenta Fedra a un'altra eroina dell'antichità
classica, Medea. Questa famiglia in cui si manifestano pulsioni
la cui coscienza porta alla colpa e alla punizione (secondo il
cristianesimo giansenista dell'autore), in cui si dibattono
profondità morali, appartiene di diritto al dramma borghese, che
da Euripide arriva fino a Ibsen e oltre".
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