È il 1957, nella hall di un albergo a Rocca di Papa suona un pianoforte. E due sguardi si incrociano: lei è Maria Scicolone, 19 anni appena, lui Romano Mussolini, figlio di Benito e talentuoso musicista jazz. Parte da qui Alessandra Mussolini per il suo primo libro da scrittrice: Il gioco del buio, in uscita il 24 gennaio (ed. Minerva, pp. 240 - 19,00 euro), che, racconta all'ANSA, ha "scritto e riscritto più volte, carta e penna" e che oggi diventa un omaggio alla storia e al coraggio di sua madre.
"Ho rimesso insieme pezzi della mia famiglia, racconti, dinamiche che non capivo, detti e non detti - dice -. Tutte cose che con mia sorella Elisabetta abbiamo vissuto da bambine, senza capire. Perché a un certo punto mia madre non ha più chiamato nonna 'mamma'? E poi le litigate: fino a una certa età pensavo che in tutte le famiglie si comportassero così. Nei libri usciti in questi anni, anche nella fiction su mia mamma non c'erano, non dico le verità, ma le cose più crude. Volevo dare in primis alla mia famiglia un pezzo di me che ho tenuto nascosto e avevo paura di affrontare. Ecco, questo libro è l'aspetto privatissimo e intimo di una famiglia pubblica di cui tanto si è detto.
Tranne questo".
Niente politica, niente "big" (il Duce non è mai menzionato, Sofia "aleggia" in lontananza), qui ci sono "i comprimari, i numeri 2 - dice l'europarlamentare - che hanno reso possibile la vita e la carriera dei primi". Sullo sfondo dell'Italia anni '60 e '70, nella celebre casa di via di Villa Ada, abitano Maria, ragazza dolce, paziente, e sua madre Romilda Villani, donna forte, impetuosa, che ha costruito tutto con sua figlia Sofia e che ora tutto cerca di distruggere (e autodistruggersi) invece con Maria. Un rapporto più che difficile, che dopo l'incontro con Romano Mussolini e il paparazzatissimo matrimonio a Predappio nel 1962 precipita sempre più. Solo la suocera Rachele, con la sua vita contadina, sembra un'oasi di pace.
"Papà era una persona aperta - riflette Mussolini - un artista, un farfallone. Gli piaceva piacere e piacersi. Con mia sorella Elisabetta siamo cresciute nella sua assenza. Il gioco del buio del titolo lo facevamo con lui, che con gli occhi chiusi doveva trovarci in corridoio".
I tradimenti fanno male, ma, più che quelli del marito, a segnare Maria sono quelli di una madre verso una figlia.
Tradimenti inconfessabili che per un attimo, anche solo per un attimo, la portano sul precipizio di una scogliera. "Nel libro non esprimo giudizi - prosegue l'autrice -. Racconto quello che è accaduto. Mia nonna, che ho amato e amo tantissimo, in fondo non ha mai avuto un marito. Riccardo Scicolone era sostanzialmente sposato con un'altra. Forse il matrimonio della figlia è stato uno shock. A volte accade che una madre trovi in un figlio quasi una vittima. Il vero tradimento è il rapporto filiale che si interrompe".
Maria, però, si riprende la sua vita in mano. Se ne va con due bambine piccole da crescere, sola, senza un marito (fu tra i primi a chiedere il divorzio appena entrò in vigore la legge) né una famiglia su cui contare, e si mette a lavorare, creando una sua linea di borse. "La sua storia è un esempio anche oggi - prosegue Mussolini -. L'indipendenza economica è la via per liberare le donne da gioghi e violenze. Se sei indipendente economicamente puoi denunciare, pagare un avvocato, stare sola con i figli. E le donne, anche in casa, lavorano per tre. Ecco perché devono avere stipendi non uguali, ma superiori agli uomini". Zia Sofia ha visto il libro? "Ancora no - ride - Ma ho letto alcuni passaggi a mamma, che è stata felicissima. 'È un bellissimo che regalo che mi hai fatto', mi ha detto".
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