Una "repressione durissima" che dal
2020 investe l'avvocatura e non risparmia la magistratura. Il
dramma in cui versano le toghe in Bielorussia è stato raccontato
oggi a Torino nel corso di un convegno organizzato in occasione
della Giornata mondiale dell'Avvocato in pericolo. "Quando si
vuole reprimere il dissenso - ha spiegato Simona Grabbi,
presidente dell'Ordine degli avvocati del capoluogo piemontese -
i primi ad essere colpiti sono gli avvocati. Sappiamo che sei
stanno scontando delle pene detentive in carcere e altri cento
sono stati radiati. Ma non ci sono dati ufficiali su coloro che
decidono di lasciare volontariamente la professione: e anche
questo è inquietante". Grabbi ha osservato che in Bielorussia
"gli ordini forensi sono sotto il controllo del ministero della
giustizia" e ha aggiunto che "sono perseguitati anche i
magistrati". "I giudici - ha spiegato - sono nominati dal potere
esecutivo. E se emettono una sentenza che non piace possono
essere revocati".
Nel Palazzo di giustizia di Torino hanno portato la loro
testimonianza due avvocate bielorusse, Maria Kolesava-Hudzilina
e Anna Matsiyeuskaya, entrambe impegnate nella difesa dei
diritti civili e nell'assistenza ai rifugiati, perseguite in
contumacia dalle autorità del loro Paese con accuse di
"terrorismo" (la prima) e "comportamenti anti governativi" (la
seconda). Uno dei dettagli che hanno rivelato è "la targhetta
gialla" che gli avvocati condannati sono obbligati a portare sui
vestiti "come gli ebrei in Germania sotto il nazismo". "Una
manifestazione come quella di oggi - hanno commentato - dimostra
che la solidarietà esiste. È un segnale di speranza. Come si
legge nel messaggio che ci ha fatto avere una nostra collega in
prigione, dopo l'oscurità tornerà il sole".
Il convegno è stato preceduto da una marcia degli avvocati,
tutti con la toga indosso, al piano terreno del Palazzo di
giustizia. Vi hanno preso parte anche il presidente della Corte
d'Appello, Edoardo Barelli Innocenti, il procuratore generale,
Lucia Musti, il presidente del tribunale, Modestino Villani, e
il procuratore Giovanni Bombardieri.
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