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Mostro Firenze, legali Vanni 'unico serial killer'

Mostro Firenze, legali Vanni 'unico serial killer'

'Il nome è nelle carte'. Avvocati, ipotesi depistaggio

GENOVA, 24 gennaio 2025, 16:55

Redazione ANSA

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I delitti del mostro di Firenze sarebbero opera di un unico serial killer, il cui nome sarebbe già nelle carte delle vecchie indagini "e sicuramente Mario Vanni non c'entra nulla". Ad affermarlo gli avvocati Valter Biscotti e Antonio Mazzeo che assistono Paolo Vanni, il nipote del postino di San Casciano morto a 81 anni nel 2009.
    I due legali hanno depositato stamattina i faldoni con le nuove prove raccolte per potere chiedere di riaprire il caso di uno dei più noti e discussi della cronaca italiana. Un lavoro di indagine fatto anche grazie alla collaborazione dei consulenti Francesco Cappelletti, il professor Stefano Vanini e la dottoressa Fabiola Giusti. Secondo Biscotti e Mazzeo ci furono anche possibili depistaggi.
    Intanto, per il pool legale, il racconto di Giancarlo Lotti non sarebbe attendibile soprattutto per gli ultimi due delitti.
    Tra i nuovi elementi, avevano già spiegano i legali, emergono due testimonianze che non sarebbero state valutate nel corso del processo e smentirebbero Lotti in merito alla sua presenza sulla scena del delitto a Scopeti, in cui furono uccisi Nadine Mauriot e Jean-Michel Kraveichvili, e su quella del secondo omicidio attribuito al mostro. Inoltre, lo studio scientifico sulle larve rilevate sui cadaveri impone di anticipare di quarantotto ore la data dell'omicidio a Scopeti, stabilita in sentenza l'8 settembre 1985. "E' stato dimostrato - sottolinea Mazzeo - che l'effetto serra causato dalla tenda non ci sarebbe. La temperatura sarebbe aumentata solo di un grado, quindi non avrebbe influito sulla decomposizione del cadavere di Nadine". La corte d'appello nei prossimi giorni chiederà tutti gli atti ai colleghi toscani e poi fisserà una udienza a porte chiuse per decidere se ritenere ammissibile o meno la richiesta di riapertura. In caso positivo verrà poi fissata una nuova udienza. "Non è compito nostro dire chi potrebbe essere stato - concludono gli avvocati - ma il nome del killer è nelle carte" e "potrebbe avere goduto di depistaggi fatti da chi indagava negli anni '80".
   

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