Sulla possibile vendita degli
immobili del sito produttivo della ex Flex, AdriaTronics (la
società subentrata) ha specificato in una nota che la decisione
"non è dettata da una scelta strategica per il futuro, ma
semplicemente dalla necessità di recuperare risorse finanziarie
per fronteggiare il mancato riconoscimento ad oggi degli
ammortizzatori sociali per i lavoratori che si trovano in una
drammatica situazione di inattività".
La società sottolinea di aver "dimostrato sempre massima
apertura verso le Parti Sociali", precisando che "la vendita
degli immobili sarebbe immediatamente sospesa qualora venisse
sottoscritto, come più volte richiesto, un contratto di
solidarietà, essenziale per garantire la continuità produttiva e
la tutela dei lavoratori ad oggi inoccupati per la perdita del
più grande cliente Nokia".
La società ha anche ricordato che nelle scorse settimane
"Fair-Cap, azionista di AdriaTronics, è stata contattata da
potenziali investitori che hanno espresso interesse
nell'acquisire l'intero sito produttivo e con gli stessi ha
prontamente avviato
discussioni per l'avvio delle negoziazioni di vendita della
società". Negoziazioni però "ostacolate sia da mancate e
concrete risposte da parte dei potenziali investitori sia dalla
loro presumibile incapacità finanziaria nel procedere con
l'acquisto. La stessa società israeliana - che si è manifestata
in più occasioni come interessata - sembra non avere fondi da
investire nel sito di Trieste", è "principalmente una startup
basata sul capitale di rischio senza significative operazioni
commerciali in corso. La capacità finanziaria di questa società
appare non essere in grado di supportare il futuro dei 345
dipendenti a Trieste".
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