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Pizzaballa, 'tregua punto svolta, servono nuove leadership'

Pizzaballa, 'tregua punto svolta, servono nuove leadership'

Ad Avvenire,'superare incomprensioni tra mondo ebraico e Chiesa'

ROMA, 18 gennaio 2025, 18:43

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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"Finisce la guerra, non il conflitto, ma come abbiamo detto anche come ordinari cattolici di Terra Santa, la tregua è un passo necessario. Nella popolazione avvertiamo un senso di liberazione, la fine di questo terribile periodo. Siamo contenti, anche se siamo davanti a una tregua molto fragile che ha davanti ancora molti ostacoli, ma bisogna incoraggiare questi passi". Il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, guarda con speranza e realismo ai giorni che verranno. Ne parla in un'intervista ad Avvenire - che l'ANSA è in grado di anticipare - in uscita domani, giorno di entrata in vigore del cessate il fuoco tra Israele e Hamas.
    "Ci saranno molte difficoltà durante la tregua, il rischio di incidenti, e nelle ultime ore prima dell'entrata in vigore dell'accordo si spara ancora. Ma bisogna andare avanti, incoraggiare e sostenere questi passi", afferma rispondendo alle domande dell'inviato Nello Scavo.
    I sentimenti che ha raccolto dalla parrocchia di Gaza, "le loro speranze e le loro più grandi preoccupazioni sono per quello che ancora potrebbe succedere. Ma sono molto contenti per l'imminente fine degli scontri armati e per la svolta che una tregua può portare". Ora "le principali emergenze sono tre. Il cibo, ma questo dovrebbe essere risolto in fretta permettendo la consegna degli aiuti alimentari necessari. La scuola, molti dimenticano che da due anni a Gaza centinaia di migliaia di bambini non hanno ricevuto alcuna istruzione. E naturalmente la sanità, che è in ginocchio, con gli ospedali quasi tutti distrutti, e perciò necessita di interventi massicci e rapidi".
    Pizzaballa aggiunge: "Certamente tornerò a Gaza, dovrà esserci anche un contesto sia interno che esterno che lo renda possibile, ma certamente tornerò. Il Patriarcato è già impegnato da tempo, adesso stiamo valutando in che modo continuare la nostra azione di sostegno, non da soli. Insieme ad altri dovremmo creare un network insieme ad esempio agli anglicani, ai cavalieri di Malta, per riuscire ad arrivare a quanta più popolazione possibile".
    Secondo il patriarca, "ci sono stati molti cambiamenti nel Medio Oriente, ma la questione israelo-palestinese, il cuore di tutte le questioni mediorientali, ha bisogno di un cambiamento di prospettiva. Ci sarà ancora molto da fare. Abbiamo bisogno di nuove leadership, abbiamo bisogno di visione, abbiamo bisogno di narrative diverse rispetto a quelle improntate alla vittoria, alla distruzione, all'odio". Per fare questo, prosegue, "innanzitutto abbiamo necessità di fermare la guerra. La tregua è un punto di svolta importante che però ha bisogno di un impegno serio da parte di tutti, dei politici, dei religiosi, perché non sia solo un episodio temporaneo, ma l'inizio di un nuovo tipo di percorso".
    Per quanto riguarda infine le tensioni tra ebraismo e Chiesa cattolica e le recenti critiche a papa Francesco, "i fraintendimenti ci sono stati e non si possono negare.
    Recentemente sono stati espressi in maniera molto chiara. Io li leggo tutto sommato come momento importante delle relazioni tra la Chiesa cattolica, il mondo ebraico religioso e il popolo d'Israele. Un'occasione per rinforzare il dialogo, che semmai deve diventare ancora più vero e più autentico".
    "L'importanza delle relazioni tra noi deve prevalere sulle attuali incomprensioni - conclude Pizzaballa -. Dobbiamo lavorare per superarle e per rendere le nostre relazioni ancora più forti e salde".
   

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