In Valle d'Aosta "da quando è stato istituito il servizio Tutela dei minori e delle persone vulnerabili, nel 2019, non ci sono state segnalazioni" di abusi, "questo però non vuol dire avere la certezza di non avere casi.
La scelta che è stata fatta è di avere un centro di ascolto regionale, inteso Piemonte-Valle d'Aosta, anche per tutelare la riservatezza, soprattutto nelle diocesi piccole, perché magari è difficile venire in un contesto piccolo a segnalare. E anche perché occorrono competenze per raccogliere queste richieste. In questi anni il servizio ha funzionato soprattutto per l'azione di prevenzione e formazione". Così Andrea Gatto, direttore della Caritas diocesana di Aosta, uno dei tre incaricati del servizio Tutela dei minori e delle persone vulnerabili di Piemonte e Valle d'Aosta.
Il servizio vuole offrire "sussidio e sostegno psicologico o legale, oltre che spirituale e pastorale, in quelle situazioni in cui ci siano stati abusi nei confronti di minori o persone vulnerabili in ambito ecclesiale o famigliare, oppure in situazioni di sofferenza collegate a tali circostanze".
Ad "affiancare e integrare" i dati raccolti dai servizi territoriali - ha annunciato ieri la Cei in una nota - dopo una fase di sperimentazione nei mesi scorsi in un campione di diocesi, ci sarà uno "studio pilota sugli abusi commessi da chierici in Italia, segnalati e trattati dagli Ordinari diocesani nel periodo 2001-2021". Lo studio "avrà carattere scientifico, verrà svolto da due enti di riconosciuta indipendenza e terzietà: l'Istituto degli Innocenti di Firenze e il Centro per la vittimologia e la sicurezza-Alma Mater-Bologna".
Nei giorni scorsi è stato presentato un rapporto sugli abusi nella chiesa altoatesina, elaborato dallo studio legale Westpfahl-Spilker-Wastl di Monaco di Baviera, su incarico della Diocesi di Bolzano e Bressanone. Dallo studio sono emersi 67 casi accertati di abusi sessuali nella chiesa altoatesina tra il 1963 e il 2023. Questi riguardano 24 sacerdoti e 59 vittime. L'età media dei preti è tra i 28 e 35 anni, mentre quella delle vittima tra gli 8 e i 14 anni, poco più del 50% di sesso femminile. Il rapporto, nell'ambito del progetto triennale ‘Il coraggio di guardare’, è stato presentato in una conferenza stampa, in presenza del vescovo Ivo Muser.
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