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La Sapienza ancora prima al mondo per studi classici

La Sapienza ancora prima al mondo per studi classici

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12 marzo 2025, 15:08

Redazione ANSA

L'università La Sapienza di Roma è la prima al mondo negli studi classici mentre il Politecnico di Milano si conferma il primo ateneo italiano, conquistando il 111esimo posto nella classifica globale. L'edizione 2025 del report QS World University Rankings by Subject attesta per il quinto anno consecutivo il primato assoluto dell'università della Capitale nella materia 'classics and ancient history' con il punteggio di 99.1 e quello nazionale in due aree tematiche su 5: arts & humanities e natural sciences, rispettivamente al 40mo e 61mo posto mondiale. L'Italia si colloca così al settimo posto per numero di voci in classifica e per numero di università classificate.

A livello globale, sono tre le università italiane a comparire tra le prime centocinquanta. Oltre al Politecnico milanese compare La Sapienza al 132esimo posto e l'Alma Mater di Bologna al 133esimo. Tra i Paesi dell'Ue, l'Italia occupa il secondo posto, dietro solo alla Germania. Tuttavia, le performance mostrano un peggioramento e nessuna rientra tra le prime cento al mondo.
L'Università di Harvard è la più performante al mondo: si è aggiudicata il primo posto in 19 discipline. Segue il Mit Massachusetts Institute of Technology, che primeggia in 12 discipline.

Sono i risultati della classifica Qs che fornisce un'analisi comparativa indipendente sulle prestazioni di oltre 1700 università in 100 Paesi e territori, in 55 discipline accademiche e cinque ampie aree di studio. I risultati vedono le università statunitensi in testa in 32 discipline, quasi il doppio del concorrente internazionale più vicino, il Regno Unito, con 18 discipline. Sempre a livello mondiale, Singapore si distingue per essere al terzo posto per numero di piazzamenti nella top ten, con 33 voci, subito dopo il Regno Unito e gli Stati Uniti.

Tornando agli atenei italiani, la classifica comprende 56 università italiane, per un totale di 632 piazzamenti in classifica, con un aumento netto di 55 rispetto all'edizione precedente. Tra queste classifiche, ci sono 75 nuovi piazzamenti italiani.

"L'Italia contribuisce in modo significativo al progresso accademico e della ricerca e la classifica sottolinea la sua competitività a livello regionale e globale. Inoltre, il Paese continua a dimostrare eccellenza accademica in diverse aree, con alcune università di spicco che godono di un riconoscimento globale", ha commentato Ben Sowter, vicepresidente senior di Qs.
Per quanto riguarda le performance, tuttavia, ci sono degli aspetti negativi: il 40% dei posti italiani in classifica è rimasto stabile (contro il 45% dello scorso anno) il 12% ha registrato un miglioramento (contro il 19%) mentre il 37% ha subito un calo (contro il 24%) con una flessione complessiva del 25% rispetto all'anno scorso (contro il -5% dell'anno passato).

Inoltre, le università italiane si sono aggiudicate 98 posizioni, una in meno rispetto alla scorsa edizione, nelle cinque grandi aree di studio: arti e scienze umane, ingegneria e tecnologia, scienze della vita, scienze naturali e scienze sociali. Di queste, il 50% ha registrato un miglioramento, il 31% un peggioramento, il 15% sono invariate e quattro sono nuovi ingressi. La performance italiana in queste cinque classifiche è migliorata del 19%.

Tra le migliori università italiane al mondo, oltre alla Sapienza per studi classici e storia antica, si segnalano il Politecnico di Milano in arte e design e in architettura- ambiente costruito; la Bocconi per il marketing e gli studi di economia e gestione; la Scuola Normale Superiore di Pisa per gli studi classici e la storia antica, l'Università Iuav di Venezia in storia dell'arte. 

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