La Francia compie un primo passo
verso l'approvazione del nuovo Nutriscore, il sistema di
etichettatura a semaforo storicamente divisivo tra i Paesi
europei e ora anche tra ministri francesi. Citate dall'agenzia
France Presse, fonti vicine alla ministra della Salute Catherine
Vautrin (Lavoro, Salute, Solidarietà e Famiglia) annunciano la
firma da parte di quest'ultima del decreto che punta
all'introduzione del nuovo Nutriscore, ritenuto ancora più
severo rispetto a quello precedente introdotto nel 2017.
Per entrare in vigore, il dispositivo deve tuttavia ottenere
l'avvallo di altri due ministeri (Economia e Agricoltura) e
quest'ultimo pare al momento perplesso. "Il decreto ha bisogno
della mia firma. Non ho ancora firmato. Non so quali siano i
miei margini di manovra per correggere gli effetti negativi, ma
sappiate che è una questione che sto studiando da molto vicino",
ha dichiarato nei giorni scorsi in Senato la ministra
dell'Agricoltura, Annie Genevard, bloccando così il decreto.
Originaria del Doubs, feudo del formaggio Comté, Genevard
ritiene, in particolare, che il Nutriscore danneggi prodotti
''notevoli'' del territorio francese e ''magnifici" insaccati.
La ministra ''coccola le lobbies e se ne infischia della salute
pubblica'', attacca l'associazione di consumatori Foodwatch,
invitando l'esecutivo a ''seguire le raccomandazioni
scientifiche invece che ascoltare solo interessi privati''.
Concepito da specialisti dell'alimentazione, il Nutriscore
venne introdotto in Francia nel 2017, sulla base del
volontariato e in sei altri Paesi europei. Ma tra i 27 il tema è
sempre stato molto divisivo. Con un sistema di valutazione che
va dalla 'A', di colore verde, alla 'E', di colore rosso, il
Nutriscore francese piace ai sostenitori per la sua immediatezza
visiva ma è contestato dai detrattori per il suo essere troppo
semplicistico e banalizzante sul contenuto nutrizionale degli
alimenti. Per anni ha spaccato in due un continente alla ricerca
di unità anche sull'etichettatura, attirando in particolare le
critiche dei Paesi dell'Europa meridionale dal momento che
prodotti tipici della dieta mediterranea come l'olio d'oliva, il
parmigiano o il prosciutto vengono penalizzati con un colore che
rispecchia un voto basso, come 'C' o 'D'.
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