''Mostrare ciò che non vediamo anche se ce l'abbiamo sotto il naso'': circa 200 foto del campo di sterminio di Auschwitz sono in mostra al Memoriale della Shoah di Parigi, con l'obiettivo di fornire un'analisi accurata delle immagini scattate dai nazisti.
Intitolata 'Comment les nazis ont photographié leurs crimes, Auschwitz 1944' ('Come i nazisti hanno fotografato i loro crimini, Auschwitz 1944), l'esposizione inaugurata a pochi giorni dall'Ottantesimo anniversario dalla liberazione del campo di sterminio nazista - il 27 gennaio 1945 - si articola intorno a 197 foto, il cosiddetto Album d'Auschwitz, una raccolta di immagini scattate nel 1944 per documentare l'arrivo degli ebrei ungheresi nel campo.
Nelle foto in bianco e nero, donne che fissano l'obiettivo, adulti seduti, sfiancati dal viaggio, vicino a un vagone, altri che attendono la ''selezione'' tra i deportati ancora in grado di lavorare e quelli condannati alle camere a gas.
''Queste foto, le avete certamente già viste, sono emblematiche'', sottolinea lo storico Tal Bruttmann, curatore della mostra lungo le rive della Senna. Con il lavoro di analisi, si tratta soprattutto di aiutare i visitatori a ''leggere le immagini'', per ''mostrare ciò che non vediamo anche se ce l'abbiamo sotto il naso''.Grazie ad un accurato apparato esplicativo, la mostra attira infatti l'attenzione su dettagli talvolta minuscoli ma evidenti.
Su una foto, ad esempio, due donne si tappano il naso, indice dell'odore pestilenziale delle vicine camere a gas. Su un'alta foto, una donna fa la linguaccia, gesto di sfida passato inosservato al fotografo. Anche se le immagini cercano di cancellare la violenza, l'inferno di Auschwitz viene rivelato da numerosi indizi: come quell'SS che colpisce due donne a colpi di bastone al momento della selezione, visibile sull'angolo di una foto.
Conservate al Memoriale Yad Vashem, a Gerusalemme, le foto vennero realizzate a fini amministrativi da due fotografi nazisti su ordine di Rudolf Höss, comandante del campo dove vennero assassinati un milione di ebrei. Allestita lungo il percorso espositivo anche una grande mappa del campo per indicare il luogo esatto in cui le foto sono state scattate.
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