Per le società a partecipazione pubblica non sarà previsto l'obbligo di integrare i consigli con almeno un rappresentante dei lavoratori.
E' quanto deciso oggi nell'ambito delle votazioni in commissione Finanze della Camera sul ddl sulla partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e ai risultati dell'impresa. Tra le modifiche al provvedimento c'è stata infatti la soppressione dell'articolo 5, proposta dalla Lega, che prevedeva che le società dovessero integrare il consiglio di amministrazione "con almeno un amministratore" rappresentante gli interessi dei lavoratori. Polemica l'opposizione secondo cui la mossa sottenderebbe l'intenzione della maggioranza di facilitare la cessione di partecipazioni nelle società pubbliche senza che i lavoratori possano esprimere un parere in consiglio.
Secondo l'opinione generalizzata dell'opposizione, la soppressione dell'obbligo della presenza di almeno un lavoratore nei consigli delle partecipate pubbliche favorirebbe ad esempio l'eventuale sbarco di soci esteri nelle stesse. Questi ultimi potrebbero infatti acquisire quote senza che il parere di un rappresentante dei lavoratori possa in alcun modo creare un intralcio. Ma da parte della maggioranza è stato fatto notare che non era necessario disciplinare la partecipazione dei lavoratori nei consigli perché di fatto questa è comunque prevista, pur senza bisogno di obbligo. A proporre la soppressione dell'emendamento è stata la Lega ma erano comunque stati presentati anche altri due emendamenti soppressivi, poi ritirati, da parte dell'opposizione e in particolare da M5S e Avs. Dopo la discussione sull'articolo 5 è stato poi passato in rassegna il capo III del provvedimento che disciplina la partecipazione finanziaria dei lavoratori agli utili dell'impresa. Per decisione della maggioranza sono stati accantonati l'articolo 6 e 7, ovvero quelli che riguardano la distribuzione e il trattamento fiscale degli utili e i piani di partecipazione finanziaria dei lavoratori dipendenti al capitale dell'impresa. Si è invece deciso di sopprimere gli articoli 8 e 9 che normano l'accordo di affidamento fiduciario per la gestione collettiva dei diritti derivanti dalla partecipazione finanziaria e gli obblighi di trasparenza rispetto allo stesso accordo di affidamento fiduciario. I lavori delle due commissioni Lavoro e Finanze riprenderanno domani alle 14 e, per rispettare la scadenza di lunedì 27, fissata per la convocazione in Aula, dovranno esser portati a termine al massimo entro domani. Le commissioni dovranno infatti aver votato giovedì avendo già acquisito i pareri delle commissioni competenti in sede consultiva. A queste ultime dovrebbe quindi essere inviato il testo modificato al massimo per mercoledì notte. Se invece si vedesse che i tempi non sono sufficienti le commissioni dovranno chiedere uno slittamento all'Aula.
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