Organizzazioni per i diritti umani come Justicia 11J, che monitorano la situazione delle persone detenute a Cuba, considerate "prigionieri politici", hanno espresso preoccupazione per la sospensione o l'interruzione delle scarcerazioni promesse dal governo di Miguel Díaz-Canel la scorsa settimana.
Il 14 gennaio, le autorità dell'isola avevano annunciato che 533 reclusi sarebbero stati liberati, dopo un accordo con la Chiesa cattolica, come gesto di buona volontà per l'anno giubilare decretato da Papa Francesco.
Parallelamente, il governo dell'allora presidente americano Joe Biden ha rimosso Cuba dalla lista dei Paesi che promuovono il terrorismo. I primi prigionieri sono stati quindi rilasciati il giorno successivo e da allora ci sono state scarcerazioni ogni giorno, compreso il 20 gennaio, quando Donald Trump ha prestato giuramento come nuovo presidente Usa.
Quest'ultimo, subito dopo il suo insediamento, ha nuovamente inserito l'isola nella lista 'nera'. E da allora, secondo le ong cubane, non si sono verificati nuovi rilasci di prigionieri nella nazione caraibica, senza che il governo allegasse alcuna spiegazione ufficiale.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA