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Oltre 1.100 arresti ma la Turchia resta in piazza

Oltre 1.100 arresti ma la Turchia resta in piazza

Fermati anche 9 giornalisti. Erdogan: 'Un teatro' le primarie

ISTANBUL, 24 marzo 2025, 20:30

di Filippo Cicciù

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. © ANSA/AFP

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Anche dopo oltre mille arresti e duri scontri con le forze dell'ordine la Turchia resta in piazza per il sindaco di Istanbul arrestato per corruzione e sospeso dall'incarico. A migliaia a Istanbul e in altre città sono tornati a manifestare per Ekrem Imamoglu, il primo cittadino sospeso dall'incarico dopo la convalida dell'arresto per corruzione.

Dal quartiere di Besiktas, nella città sul Bosforo, in molti hanno raggiunto Sarachane, la piazza davanti al comune, che da quando Imamoglu è stato arrestato si riempie ogni sera con migliaia di persone che esprimono sostegno al sindaco e contestano il presidente Recep Tayyip Erdogan.

Sono per ora 1.133 le persone messe in custodia durante le proteste a Istanbul e in altre città della Turchia, vietate dalla prefettura. Le manifestazioni nella città sul Bosforo, ma anche ad Ankara e a Smirne, si chiudono regolarmente con scontri tra i dimostranti e le forze dell'ordine e 123 agenti sono rimasti feriti mentre il ministero dell'Interno ha fatto sapere che tra gli arrestati "sono state individuate persone affiliate a 12 diverse organizzazioni terroristiche".

A finire in custodia ci sono anche i giornalisti. Nove reporter turchi che avevano documentato le proteste a Istanbul, tra cui il fotografo Yasin Akgul di Afp, sono stati raggiunti nelle proprie abitazioni all'alba dalle forze dell'ordine che li hanno portati in caserma, scatenando una reazione da parte del sindacato della stampa che ha chiesto il rilascio immediato. Lanciando un nuovo affondo contro i manifestanti, ritenuti "terroristi di strada", il capo di Stato turco Recep Tayyip Erdogan ha sbeffeggiato il maggior partito di opposizione Chp per le primarie sulla scelta del candidato per le presidenziali, che hanno incoronato Ekrem Imamoglu. "Hanno tenuto un'elezione dove i voti sono stati dati pubblicamente ma sono stati contati in modo segreto", ha tuonato il leader turco, definendo come "uno spettacolo teatrale" le consultazioni a cui hanno partecipato quasi 15 milioni di persone in tutte le 81 province turche.

"Quando calerà il sipario il loro spettacolo sarà finito", ha sentenziato il Sultano. Nel frattempo, dall'Europa arrivano nuove critiche alla Turchia con il governo tedesco che ha definito l'arresto di Imamoglu "inaccettabile" e come "un cattivo segnale per lo sviluppo della democrazia" e per le relazioni fra i due Paesi, dopo che la Commissione europea aveva nei giorni scorsi sollevato simili preoccupazioni. La crisi in Turchia rischia anche di fare saltare una visita prevista in primavera del premier greco Kyriakos Mitsotakis ad Ankara per incontrare Erdogan e rende "difficile" l'organizzazione del Consiglio di cooperazione ad alto livello tra Grecia e Turchia, mentre da circa due anni i due Paesi stavano cercando di risolvere questioni che storicamente li dividono.

Lo ha fatto sapere un portavoce del governo greco, definendo la situazione in Turchia "instabile" e "preoccupante" con Atene che "sta monitorando gli sviluppi". L'arresto del sindaco di Istanbul continua ad avere un impatto anche sull'economia: la lira turca continua a scendere (a 37,87 sul dollaro e a 41,05 sull'euro) mentre la Borsa ha ripreso spunto, chiudendo con un rialzo di quasi il 3% dopo una settimana in cui ha lasciato sul terreno oltre il 16,5%, registrando un crollo che non si vedeva dal 2008. Costringendo l'Autorità turca per i mercati finanziari a vietare fino al 25 aprile le vendite allo scoperto.

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