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Trump a Davos: 'Kiev vuole un accordo, voglio incontrare Putin'

Trump a Davos: 'Kiev vuole un accordo, voglio incontrare Putin'

Mosca chiede 'un dialogo alla pari' con Washington. Zelensky apre ma sottolinea: 'Dateci garanzie'

MOSCA, 23 gennaio 2025, 20:19

di Alberto Zanconato

ANSACheck
Donald Trump a Davos © ANSA/EPA

Donald Trump a Davos © ANSA/EPA

     Donald Trump ribadisce la sua volontà di "mettere fine alla guerra orribile" in Ucraina. "Mi piacerebbe incontrare Putin presto", ha affermato il presidente Usa intervenendo in videoconferenza al World Economic Forum di Davos, assicurando che anche "l'Ucraina è pronta a un accordo".

    Nelle dichiarazioni di buone intenzioni la Russia non si tira indietro. "Siamo pronti a un dialogo paritario e reciprocamente rispettoso" con gli Usa, come quello che "ha avuto luogo durante la prima presidenza di Trump", ha assicurato il portavoce Dmitry Peskov. Ma sulle proposte concrete ancora non si sa nulla.

    La telefonata fra Trump e Vladimir Putin, evocata a più riprese da Usa e Russia, si fa ancora attendere. "Aspettiamo segnali, che ancora non sono stati ricevuti", ha detto Peskov.

    Che poi ha sorvolato sull'intenzione annunciata da Trump di fare pressione sulla Russia con lo strumento delle sanzioni e dei dazi per indurla a mettere fine al conflitto. "Qui non vediamo alcun elemento di particolare novità - ha glissato il portavoce -. Sapete che Trump nel suo primo mandato è stato il presidente Usa che ha fatto ricorso più frequentemente alle sanzioni.

    Questi metodi gli piacciono, almeno gli piacevano durante il primo mandato".

    Chi si è detto "molto, molto contento della posizione di Trump di imporre più sanzioni alla Russia" è stato il segretario generale della Nato, Mark Rutte. Ma gli ultimi avvertimenti, sembra dire il Cremlino, potrebbero far parte di una tattica in vista di possibili negoziati. "Stiamo seguendo da vicino tutta questa retorica, ogni dichiarazione, e registriamo tutte le sfumature", ha sottolineato Peskov.

    Nelle esternazioni di Trump, del resto, ci sono anche espressioni di stima per Mosca. Come quando, ieri, ha affermato che gli Usa non devono "mai dimenticare" che la Russia li ha "aiutati a vincere la Seconda guerra mondiale". Nemmeno Mosca "dimenticherà mai" l'aiuto ricevuto da Washington nella guerra contro il nazifascismo, ha promesso Peskov. E anzi, spera che Trump "condividerà la gioia di celebrare l'80/o anniversario della vittoria" con la Russia. Se non è proprio una proposta di tenere un vertice in occasione dell'anniversario, che cade in maggio, poco ci manca.

    Sul lato ucraino del fronte, sembra degna di nota la dichiarazione con la quale Zelensky ha parlato concretamente della possibilità di avviare trattative, sottolineando che tutto dipende dalle garanzie di sicurezza che gli Usa sono pronti ad offrire a Kiev per sventare il pericolo di un nuovo, futuro attacco russo una volta che si sarà arrivati alla pace.

    Se Trump "può garantire una sicurezza forte e irreversibile per l'Ucraina, ci muoveremo su questo percorso diplomatico", ha assicurato il presidente. Una frase pronunciata ancora ieri durante un'intervista a Bloomberg al margine del Forum di Davos, ma ripresa significativamente oggi dalle agenzie russe con notevole risalto.

    Zelensky, tra l'altro, non ha legato necessariamente le garanzie di sicurezza richieste ad un ingresso nella Nato, dopo aver ammesso con altri giornalisti che a questo passo si era opposta anche l'amministrazione americana di Joe Biden, oltre alla Germania.

    Ma ha parlato di uno schieramento futuro di una forza di peacekeeping che "non può essere senza gli Stati Uniti". Una condizione "assolutamente inaccettabile per la Russia", ha risposto la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, secondo la quale "ogni intervento di forze Nato in Ucraina rischia di fare aggravare il conflitto" fino a farlo andare "fuori controllo". 
   

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