L'ironia, il grottesco, il
politicamente scorretto erano corde narrative ed espressive care
a Tonino Conte il cui teatro giocava spesso sulla provocazione.
Ieri per celebrare i cinquant'anni della fondazione del Teatro
della Tosse e per ricordare il suo fondatore, appunto Tonino
Conte, il figlio Emanuele ha proposto in prima nazionale un suo
testo inedito, "Una settimana di bontà" cui è stato aggiunto
"1975" nel titolo. L'anno si riferisce appunto al momento della
nascita del Teatro, ma rimanda anche a un momento particolare
della vita sociale, politica e culturale di Genova che fu scossa
dal terrorismo delle Brigate Rosse: al 1974 risale il rapimento
di Mario Sossi, nel 1976 l'assassinio di Francesco Coco e della
sua scorta e nel 1979 (proprio il 24 gennaio) l'uccisione
dell'operaio Guido Rossa. Una città piena di contraddizioni
interne con una progettualità industriale che segnava il passo
ma, nello stesso tempo, una città ricca di fermenti culturali
dove nel 1975 nasceva, appunto, il Teatro della Tosse e nel 1976
il Teatro dell'Archivolto. L'idea alla base del lavoro di Tonino
Conte, dunque, era leggere quelle tensioni in maniera
disincantata, immaginando una "settimana di bontà" e inanellando
sette scene (tante come i giorni della settimana) nelle quali in
un crescendo di assurdità e di gag trionfa la ferocia, la
cattiveria, mettendo nello stesso tempo a nudo certi
atteggiamenti di quel tempo: così sfilano sul palcoscenico
terroristi incapaci, giovani annoiati con lo spinello in mano,
vecchietti che tentano un rapimento. Gag slegate fra loro ma
collegate dal riferimento quasi continuo a un personaggio che
non si vede e che nell'ultima scena verrà ucciso.
Emanuele Conte nel riprendere il testo del padre, ha giocato
sulla memoria, vedendo in questa settimana di finta bontà il
mezzo per riflettere su un momento della nostra storia così
lontano eppure ancora così vicino. Gli attori hanno i loro sei
piccoli camerini sul fondo del palcoscenico e lì si cambiano fra
un scena e l'altra. La scena stessa è dominata da una
impalcatura alla quale si aggiungono semplicemente un tavolo e
qualche sedia. A riempire lo spazio provvedono le luci,
articolate, e la musica di Piero Ciampi, Rino Gaetano, Dalla,
Gaber e dello stesso Tonino Conte.
Il cast è formato da giovanissimi attori che hanno lavorato
egregiamente, con simpatia, spirito e con ammirevole verve:
Ludovica Baiardi, Raffaele Barca, Christian Gaglione, Charlotte
Lafaste, Antonella Loliva, Marco Rivolta e Matteo Traverso.
Repliche fino al 2 febbraio.
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