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Guia Jelo, da giudice cattiva di 'The Bad Guy' a drag queen

Guia Jelo, da giudice cattiva di 'The Bad Guy' a drag queen

Attrice debutta con Eva Peron al Piccolo Teatro Città di Catania

CATANIA, 17 gennaio 2025, 17:35

Redazione ANSA

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"Sì, sono una drag queen. Come gli uomini, ma non sono maschile". Così Guia Jelo che si prepara a debuttare dal 24 gennaio, al Piccolo Teatro della Città di Catania, con lo spettacolo 'Eva Peròn', in un ruolo esuberante, appariscente, grottesco, in simbiosi e in bizzarra e spregiudicata combutta con la navigata attrice Rossana Buonafede.
    "Che bello - dice - il mio borghesissimo ed esasperato ruolo nel suo tono di grande, grottesca, camuffata finezza, in netto contrasto con la mia truce e malconcia Giusi Corifena di 'The bad guy'", serie di successo prodotta da Amazon. "Sono molto cattiva - aggiunge - come mi ha voluta in questo spettacolo, ma con un colpo di scena sentimentale emotivo alla fine, il grande amico fraterno Camillo Sanguedolce, regista e artista che ha riadattato il testo da Copi e mi ha voluta a tutti i costi. Io sono stata molto reticente all'inizio, non ero del tutto convinta".
    "Il regalo che mi è stato fatto, che credo non sia casuale - racconta Guia Jelo - è che siamo tutti compagni di Accademia del Teatro Stabile di Catania, la gloriosa accademia 'Umberto Spadaro' degli anni '70. Lo siamo le due protagoniste: io e Rossana Bonafede, una grande emozionante Evita, Filippo Brazzaventre, con cui siamo stati cooprotagonisti in 'storici' spettacoli, e anche il regista Camillo Sanguedolce, anche interprete nel ruolo di 'Peròn'. Sono particolarmente felice di avere accanto la mia compagna di accademia e di scena, Rossana Bonafede. Tra noi attrici si dice sempre che ci sia astio, rivalità. Non è vero! Soprattutto quando si lavora con persone buone e bravissime come Rossana, da me ammirata e apprezzata da anni, in uno spettacolo con la regia di Gisella Calì, dove lei interpreta Liza Minnelli. Nello spettacolo - sottolinea Guia Jelo - c'è pure un mio allievo, adesso collega, Marco Sambasile, il cui percorso di maturazione mi gratifica sempre di più". Infine, quella sana apprensione che accompagna ogni debutto. "Lo confesso - racconta - Sono una persona pavida, nel senso che ho paura del pubblico, ma principalmente di me stessa. E quello che è più feroce come dolore, dentro di me, è l'idea di deludere il regista che mi ha voluta, assieme al Teatro della Città, che io ringrazio, perché credo che in questo spettacolo potrei dare il meglio di me stessa. Ah, dimenticavo! Peccato che mi si vedrà inseguire in palcoscenico un uomo "nudo", il bel tenebroso Sebastian Beverie, ma, ahimè, senza poi nulla di fatto…ma che posso farci!? Alla mia età!?". Guia Jelo ride sonoramente e chiosa: "ma che lavoro meraviglioso che facciamo noi attori...".
   
   

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