"Sì, sono una drag queen. Come gli
uomini, ma non sono maschile". Così Guia Jelo che si prepara a
debuttare dal 24 gennaio, al Piccolo Teatro della Città di
Catania, con lo spettacolo 'Eva Peròn', in un ruolo esuberante,
appariscente, grottesco, in simbiosi e in bizzarra e
spregiudicata combutta con la navigata attrice Rossana
Buonafede.
"Che bello - dice - il mio borghesissimo ed esasperato
ruolo nel suo tono di grande, grottesca, camuffata finezza, in
netto contrasto con la mia truce e malconcia Giusi Corifena di
'The bad guy'", serie di successo prodotta da Amazon. "Sono
molto cattiva - aggiunge - come mi ha voluta in questo
spettacolo, ma con un colpo di scena sentimentale emotivo alla
fine, il grande amico fraterno Camillo Sanguedolce, regista e
artista che ha riadattato il testo da Copi e mi ha voluta a
tutti i costi. Io sono stata molto reticente all'inizio, non ero
del tutto convinta".
"Il regalo che mi è stato fatto, che credo non sia casuale -
racconta Guia Jelo - è che siamo tutti compagni di Accademia del
Teatro Stabile di Catania, la gloriosa accademia 'Umberto
Spadaro' degli anni '70. Lo siamo le due protagoniste: io e
Rossana Bonafede, una grande emozionante Evita, Filippo
Brazzaventre, con cui siamo stati cooprotagonisti in 'storici'
spettacoli, e anche il regista Camillo Sanguedolce, anche
interprete nel ruolo di 'Peròn'. Sono particolarmente felice di
avere accanto la mia compagna di accademia e di scena, Rossana
Bonafede. Tra noi attrici si dice sempre che ci sia astio,
rivalità. Non è vero! Soprattutto quando si lavora con persone
buone e bravissime come Rossana, da me ammirata e apprezzata da
anni, in uno spettacolo con la regia di Gisella Calì, dove lei
interpreta Liza Minnelli. Nello spettacolo - sottolinea Guia
Jelo - c'è pure un mio allievo, adesso collega, Marco Sambasile,
il cui percorso di maturazione mi gratifica sempre di più".
Infine, quella sana apprensione che accompagna ogni debutto. "Lo
confesso - racconta - Sono una persona pavida, nel senso che ho
paura del pubblico, ma principalmente di me stessa. E quello che
è più feroce come dolore, dentro di me, è l'idea di deludere il
regista che mi ha voluta, assieme al Teatro della Città, che io
ringrazio, perché credo che in questo spettacolo potrei dare il
meglio di me stessa. Ah, dimenticavo! Peccato che mi si vedrà
inseguire in palcoscenico un uomo "nudo", il bel tenebroso
Sebastian Beverie, ma, ahimè, senza poi nulla di fatto…ma che
posso farci!? Alla mia età!?". Guia Jelo ride sonoramente e
chiosa: "ma che lavoro meraviglioso che facciamo noi attori...".
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