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I trecento anni di Casanova per riscoprirne il valore

I trecento anni di Casanova per riscoprirne il valore

In sua Vita non solo seduzioni, ma ritratto dal vivo del '700

ROMA, 25 gennaio 2025, 14:45

Redazione ANSA

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(di Paolo Petroni) Parlando ancora una volta di Giacomo Casanova, in occasione di questi trecento anni dalla nascita il 2 aprile del 1725, si pone il problema di cercar di distinguere il personaggio, l'avventuriero libertino veneziano che fugge dai Piombi e seduce fanciulle di ogni odine e grado, dall'artista, il grande scrittore settecentesco della monumentale 'Storia della mia vita', compilata in vecchiaia, bibliotecario in Boemia, nel casello di Dux.
    Il primo è stato talvolta ridotto quasi a una maschera reiterante il rito di conquistare una donna, una matura nobildonna quanto una giovane suora, basato sull'estrapolazione del racconto ora di un'avventura ora di un'altra dall'autobiografia, mentre il secondo è un intellettuale illuminato, uno scrittore raffinato, un affabulatore che in duemila pagine di narrazione restituisce il ritratto di tutto un secolo come il Settecento illuminista nella sua dimensione internazionale, europea, reso vivace da un riferirlo in presa diretta e un'ottica fascinosa, da uomo di garbo, veneziano cosmopolita privo di affettazioni, se non quelle che quella realtà pare aver preso col tempo ad opera pietosa della memoria di chi scrive.
    Tutto questo sapendo che siamo davanti a una sorta di insieme di racconti e romanzi uno dentro l'altro, della vita di un personaggio d'eccezione che si intreccia con un periodo storico esemplare e altri personaggi di primo piano, da Voltaire e Caterina di Russia. Forse non è un caso che Casanova inizi a scrivere questa sua 'Storia' vitale e consapevole proprio nel 1789, alla fine della sua vita, che coincide con quella del secolo quando a Parigi scoppia la rivoluzione, si conquista la Bastiglia e cambia il mondo. Nasce così, tra letteratura e autobiografia, questo memoire tra reinvenzione e storia che pare una sorta di messa in scena di se stesso, di teatralizzazione d'epoca, realizzata senza preoccuparsi del giudizio dei posteri.
    Del resto era figlio di due attori, Gaetano Casanova e Giovanna 'Zanetta' Farussi sempre in giro e che lo affidarono alla nonna e, tra indigenza e malattie, riesce a studiare a Padova presso l'abate Gozzi, che gli dette vasta cultura classica e con la cui sorella si iniziò alle vicende amorose, e poi a laurearsi in legge all'Università nel 1742.
    Avviato alla carriera ecclesiastica sin da ragazzo, riuscì a frequentare il bel mondo grazie alla protezione del senatore Alvise Malipiero e l'amicizia del poeta Giorgio Baffo e poi, appena laureato, cominciò a viaggiare e inanellare avventure con fanciulle di ogni estrazione e ogni genere, in nome di una filosofia vagamente epicurea: ''Se il piacere esiste e se non se ne può godere che in vita, allora la vita è felicità, pure capitando, lo so bene, delle sventure. Sono queste però a provarci che le cose positive sono molte di più''. Da una parte arriva sino a Costantinopoli, dall'altra, con la protezione di Matteo Bragadin, gira tutta l'Europa, con la scoperta di Parigi: ''dove l'impostura e la ciarlataneria possono far fortuna meglio che altrove''.
    Sarà un po' ovunque, dalla Spagna alla Russia, con le sue continue iniziative commerciali, i suoi incarichi diplomatici e politici, il suo impegno culturale come critico e autore di opere teatrali, letterarie, storiche, tutte cose che vanno di pari passo col racconto delle sue avventure in cui la donna è sempre però trattata con un certo rispetto, lui si innamora ogni volta e, anche se si tratta di storie brevi, pare lasci sempre un buon ricordo e cita per cavalleria le proprie amanti con le inziali, così che ci vorranno indagini lunghissime per risalire ad alcune, come capire che la travolgente MM era la bellissima monaca Maria Morosini. Detto questo è chiaro che un simile libro, scritto in francese, vedrà la luce solo nel 1825 e in un'edizione ben censurata che nel 1834 fu comunque messa all'Indice. Un tale sfoggio di libertà e immoralità non era accettabile se certi passaggi anche oggi appaiono poco accettabili, come il sesso a tre con la figlia naturale e la di lei madre o il racconto di uno stupro di gruppo che resterà impunito. Solo da fine Ottocento e Novecento si vedrà apprezzata questa 'Storia' al di là del solo lato edonista erotico.
    Nella sua amatissima Venezia sarà l'ultima volta nel 1783, poi andò a Vienna come segretario all'ambasciatore veneziano Foscarini e, alla morte di questi, accettò un posto di bibliotecario nel castello del conte di Waldstein a Dux, dove scrivendo trascorse gli ultimi tristissimi anni della sua vita, sbeffeggiato dalla servitù, ormai incompreso, e considerato il relitto di un'epoca tramontata per sempre. Vi muore il 4 giugno 1798.
    Le sue memorie ebbero vita avventurosa, se capitò che fossero attribuite a Stendhal o se Ugo Foscolo ne mettesse in dubbio l'autenticità e persino l'esistenza storica del Casanova. Cinema (solo in Italia da Fellini a Salvatores), letteratura, teatro ne faranno un protagonista sempre diverso mille volte grazie a autori come Balzac, Hofmannstahl, Schnitzler, Hesse, Márai.
    Venezia gli dedicherà il Carnevale di quest'anno. nel 2010, la Biblioteca nazionale di Francia ha acquistato il manoscritto originale della 'Histoire de Jacques Casanova écrite par lui-meme'' per 7 milioni di euro da un discendente dell'Editore tedesco Brockhaus.
   

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