Arte e colori in ospedale, opere
informali di studenti dell'Accademia di Belle Arti di Napoli
alle pareti dei corridoi e sui soffitti delle stanze del Reparto
di Ematologia Oncologica per aiutare i malati di tumore a
ritrovare, anche solo per un momento, un sorriso. Opere frutto
di un'interazione autori-ammalati. E' stato questo l'obiettivo
dell'intervento 'A Cura dell'Arte' progettato e realizzato dai
docenti e dagli studenti della Scuola di Decorazione
dell'Accademia napoletana per il Reparto dell'Istituto Nazionale
Tumori Fondazione Irccs 'G. Pascale'', grazie al contributo
della Regione Campania e con il supporto dell'associazione
Beatleukemia.org. E' stato inaugurato, dopo un incontro al quale
hanno partecipato l'assessore regionale alle Politiche Sociali
Lucia Fortini e i protagonisti dell'iniziativa.
Circa 600 i metri quadrati interessati, di cui solo una
piccola parte dipinta; il resto, compreso i soffitti, è stato
decorato con la tecnica del 'wrapping' grazie a materiali scelti
compatibili con le esigenze di servizio del reparto e della
sicurezza dei degenti. L'incontro tra le due istituzioni parla
di benessere nella o nonostante la malattia, a cominciare dal
non perdere il rapporto con i familiari, è stato sottolineato
nell'incontro al quale hanno partecipato, fra gli altri,
Antonello Pinto, direttore del Dipartimento di Ematologia e
Terapie Innovative, il commissario straordinario del Pascale,
Maurizio Di Mauro, il direttore scientifico Alfredo Budillon, il
presidente ed il direttore dell'Accademia, rispettivamente
Rosita Marchese e Giuseppe Gaeta, i docenti e gli studenti della
Scuola di Decorazione. Uno degli obiettivi del progetto, voluto
da Pinto, è stato quello di 'risignificare' il valore degli
spazi comuni vissuti da pazienti, familiari e personale
sanitario restituendo ai luoghi il senso dell'armonia, il valore
espressivo delle relazioni e intervenire con l'arte nelle camere
di degenza. A decidere i soggetti delle stampe sono stati i
pazienti con incontri con le due psicologhe del reparto,
Gabriella De Benedetta e Silvia D'Ovidio, professori e studenti.
I pazienti hanno chiesto che il soffitto non fosse più bianco,
ma colorato, e poi che le decorazioni riproducessero immagini
astratte. "Per la realizzazione di questo meraviglioso progetto
- ha detto Pinto - è stata indispensabile la collaborazione di
differenti attori che hanno unito le loro competenze affinché
fossero rispettate le esigenze di sterilità degli ambienti e i
bisogni emotivi e psicologici dei degenti. Esiste una vita con
il tumore ma il tumore non è la vita come dicono le psicologhe
del mio reparto". "A Cura dell'Arte" ha visto la collaborazione
delle psicologhe, dell'ingegnere Ciro Frattolillo e dello staff
medico ed infermieristico e, per l'Accademia, dei docenti
Adriana de Manes, Lorenza Di Fiore, Paola Redaelli, Maria
Cristina Urso. Il direttore Gaeta ha detto: "C'è la possibilità
di restituire a luoghi di grande complessità una dimensione
umana e relazionale trasformandoli da 'non luoghi a luoghi' come
diceva un grande antropologo. E ciò attraverso un rapporto
virtuoso fra le istituzioni. E' un'idea di partecipazione attiva
che noi sentiamo come obiettivo del nostro agire". E la
presidente Marchese ha aggiunto: "Il connubio fra Accademia e
territorio, in questo caso un ospedale, è fondamentale per
l'aspetto emozionale e psicologico ma è anche educativo per i
ragazzi dell'Accademia che oltre a svolgere una funzione
didattica vera e propria diventano sempre più cittadini".
"Il nostro istituto - ha affermato Maurizio Di Mauro -
accoglie persone che necessitano di un forte sostegno
specialistico incluso quello psicologico e attraverso l'arte si
ritiene possibile realizzare un ambiente più accogliente. Un
intervento straordinario dal quale emerge la centralità del
paziente. Un legame con l'arte espressa da ragazzi che sono
portatori di speranza. Un connubio salute-arte su cui il Pascale
è in prima linea ormai da anni". "Il progetto - ha detto
l'assessore Fortini - è un esempio concreto di come la
collaborazione tra istituzioni possa migliorare la qualità degli
spazi di cura, offrendo ai pazienti e al personale sanitario un
ambiente più accogliente e umanizzato".
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