E' stato per dieci anni il capo
fotografo di Vogue a Parigi, nel 1936 è passato a Harper's
Bazaar a New York, e da lì a Hollywood nel 1946, dove è
diventato coordinatore del colore per registi come George
Cuckor, amico di Man Ray e del circolo dei surrealisti, ha
gettato le basi per la fotografia di moda e non solo. Ora, a 125
anni dalla sua nascita, Palazzo Reale a Milano ospita una mostra
dedicata a George Hoyningen-Huene, non a caso intitolata
'Glamour e avanguardia'. "Un genio, il maestro di tutti noi" ha
riconosciuto Richard Avendon.
"Uno dei più grandi talenti di sempre della fotografia" lo
ha definito alla presentazione Lucia Bergonzoni, sottosegretaria
alla Cultura.
Sono oltre 100 le immagini stampate al platino che
compongono la mostra, curata da Susan Brown, promossa da Comune
di Milano - Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Cms.Cultura in
collaborazione con l'archivio George Hoyningen-Huene, che ora si
trova a Stoccolma in Svezia, e ha il patrocinio del Ministero
della Cultura e dell'Institut français. Dieci le sezioni che
ripercorrono la sua carriera: dalle 'Visioni di un'epoca' a 'Tra
jazz e Ballets russes: sogni di bellezza nella ville lumière',
da 'L'essenza del sogno: Huene, Chanel e l'influenza del
surrealismo' alle sue 'Sculture di luce: il nudo maschile tra
classico e moderno'.
L'esposizione, ha riassunto l'assessore milanese alla
Cultura Tommaso Sacchi "vuole celebrare la capacità unica di
Hoyningen-Huene di unire l'eleganza classica all'audacia del
Surrealismo, tracciando un percorso che attraversa l'alta moda,
il cinema e le arti visive" ed è "un'occasione unica per
ammirare oltre cento opere iconiche di un artista che ha saputo
catturare l'essenza di un'epoca e proiettare la fotografia verso
nuove dimensioni creative".
"Non una semplice mostra fotografica - ha avvertito Giulia
Fortunato, Amministratore unico di CMS.Cultura - ma un progetto
culturale ambizioso, che si propone di presentare le
interconnessioni tra storia, arte e cinema, offrendo una lettura
trasversale del contributo di Huene all'immaginario visivo del
XX secolo".
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