"Una palestra di costruzione di tutta quella che è la politica generale e serve anche esaltare la politica come attività etica ed architettonica, cioè che costituisca i pilastri su cui poi si sviluppa il governo della città. Una città che ha una sua forte identità, una città che vuole e deve mantenere il suo ruolo di capoluogo ed essere una visibile manifestazione di quello che è la vita umana". Così il presidente del Consiglio comunale di Ancona, Simone Pizzi descrive - tracciando un bilancio dell'attività dell'assise nel 2024 insieme al vice presidente Francesco Rubini Filogna - il ruolo dell'Assemblea dorica che nell'anno appena trascorso si è riunito 24 volte srretto da una lavoro delle commissioni riunitesi 108 volte.
Pizzi ha sottolineato l'importanza dei tanti consiglieri giovani "un valore aggiunto" per un Consiglio comunale all'interno del quale "si delineano e si segnano i passaggi istituzionali importanti della città" e che "dà un ruolo a quelle che sono le azioni concrete di tutti i settori dell'amministrazione pubblica". In questo senso "il Consiglio diventa anche un anello di congiunzione fondamentale tra la città, la città fatta di gente, di persone e la pubblica amministrazione, la giunta, il Sindaco e tutto ciò che ruota attorno all'amministrazione della città" ha aggiunto il Presidente ricordamdo che l'assise è fatta di 32 consiglieri divisi in 13 gruppi. Un anello sul quale pesa la volontarietà dei consiglieri ha voluto sottolineare Rubini Filogna, al suo terzo mandato, nello spiegare la difficoltà per molti consiglieri ad essere sempre presenti. "Spesso si dimentica - ha detto - che questa città, un capoluogo di regione, non ha nessun consigliere comunale che svolge la sua funzione come attività lavorativa. Noi non riceviamo stipendi, non siamo assunti dal comune, siamo un capologo con più di 100mila abitanti e abbiamo un'attività legata al consiglio comunale che è paragonabile a tante altre città che invece garantiscono un diverso trattamento" ai consiglieri. Una sottolineatura fatta perchè "spesso si legge e si ascolta un giudizio fuorviato dall'assenza di consapevolezza di questo tema: i consiglieri comunali - ha spiegato - pur percependo dei gettoni di presenza le cui cifre sono pubbliche e di lieve entità, di fatto svolgono questo servizio alla città sottraendo tempo, disponibilità e spazio al proprio lavoro, alle proprie vite personali, ai propri impegni, al proprio tempo libero". Per questo il vice presidente rivendica l'impegno ("nessun martirio", scherza) perchè "spesso si viene percepiti come una classe politica che in realtà poi produce e lavora molto meno di quello che dovrebbe invece - ha aggiunto - io penso che fare il consigliere comunale in questa città oggi, in queste condizioni, sia veramente a volte quasi un atto volontaristico".
Rubini Filogna ha denunciato che "non è facile in questa epoca storica difendere l'autonomia e l'indipendenza degli spazi di rappresentanza politica. È evidente che c'è un tentativo, una tendenza di delegittimare la rappresentanza politica e quindi le aule di diretta rappresentazione della volontà del popolo in favore dei vari e più differenti livelli esecutivi sia che essi siano istituzionali sia che essi siano di altra derivazione".
Per questo il vice presidente reputa "il lavoro che la Presidenza del Consiglio Comunale e in generale anche i consiglieri dentro le commissioni del Consiglio Comunale fanno, è prezioso per tentare di colmare questa frattura che c'è ormai tra chi governa e chi è governato". Per questo "il Consiglio Comunale è un luogo assolutamente da difendere, seppur in buona parte, svuotato di molti dei poteri che fino a qualche anno fa aveva. E' però un luogo da difendere per impedire che la scollatura tra il potere esecutivo e la cittadinanza diventi assolutamente incolmabile".
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