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Tentò di uccidere poliziotto, condannato a 12 anni e 2 mesi

Tentò di uccidere poliziotto, condannato a 12 anni e 2 mesi

Sentenza nel processo abbreviato a Milano sul caso di Lambrate

MILANO, 23 gennaio 2025, 16:33

di Igor Greganti e Francesca Brunati

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Dodici anni e due mesi di reclusione, già al netto dello sconto di un terzo per il rito abbreviato. E' la condanna emessa a carico di Hassine Hamis, il 37enne marocchino irregolare che la sera dell'8 maggio dello scorso anno alla stazione di Lambrate, a Milano, tentò di uccidere a coltellate il vice ispettore della Polizia Christian Di Martino, 35 anni. Riuscì a salvarsi soltanto grazie all'intervento dei colleghi e a delicate operazioni chirurgiche all'ospedale Niguarda.

   Un caso che aveva fatto esplodere, come spesso accade, le polemiche politiche sulla sicurezza in città. E al quale era seguita il giorno dopo un'altra vicenda legata indirettamente ai fatti della notte precedente: un egiziano richiedente asilo aveva minacciato dei poliziotti brandendo delle pietre e uno degli agenti l'aveva fermato ferendolo con un colpo di pistola.

   Il poliziotto è stato anche iscritto nel registro degli indagati per lesioni, ma sulla sua posizione ci sarà richiesta di archiviazione dei pm per la scriminante della legittima difesa.

   Stamani, intanto, si è chiuso in primo grado, davanti alla gup Silvia Perrucci, il processo sul tentato omicidio del vice ispettore. La giudice aveva già respinto una richiesta della difesa di perizia psichiatrica, ritenendo Hamis non affetto da patologie psichiatriche, mentre il poliziotto, assistito dall'avvocato Massimo Del Confetto, si è costituito parte civile, pur non partecipando alle udienze.

   Il 37enne era accusato anche di resistenza, lesioni nei confronti di altri due agenti, porto del coltello (lungo 30 centimetri e con lama di 20) e false attestazioni sull'identità, perché in occasione di vari controlli delle forze dell'ordine negli anni si era presentato con 22 alias. Poi, gli sono state contestate le lesioni ai danni di una donna che quella sera venne colpita alla testa da "sassi" presi "dalla massicciata ferroviaria" e che il 37enne lanciò dall'alto su una via adiacente alla stazione. E pure quella di "attentato alla sicurezza dei trasporti", perché scagliò pietre anche contro "treni in movimento". Infine, era imputato per danneggiamento di un treno regionale.

   Tutte imputazioni riconosciute dalla gup, mentre la pm Maura Ripamonti aveva chiesto una pena solo di poco più alta: 13 anni e 4 mesi. L'imputato, difeso dalla legale Tiziana Bacicca e che ha chiesto alla giudice di non essere ripreso né fotografato fuori dall'aula, aveva reso dichiarazioni continuando a sostenere, come dopo l'arresto, che non si fosse accorto che si trattava di un poliziotto, che era "perseguitato da alcune persone" e che abusava di Rivotril, ossia di benzodiazepine.

   "Noi come parte civile non possiamo dirci soddisfatti, perché l'ispettore Di Martino andrà in giro per tutta la vita con un rene solo e, non essendo prevista una coperta assicurativa per gli accadimenti in servizio, non prenderà mai un euro", ha spiegato l'avvocato Del Confetto. Soldi "di carta", infatti, sono quelli stabiliti dalla giudice come risarcimento, perché Hamis è "nullatenente". E, stando alla sentenza, dovrà essere espulso a pena espiata. 

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