Quello delle Torri Milano è il primo caso su cui un giudice, condividendo la linea della Procura, manda a processo imprenditori e tecnici, ma anche funzionari e dirigenti o ex dirigenti del Comune, imputati in un capitolo dell'indagine che riguarda l'urbanistica. Indagine che ha bloccato una serie di cantieri per la costruzione di palazzi e grattacieli in base a progetti ritenuti fuorilegge e che ha aperto questioni di rilevanza politica. Tant'è che è stata proposta una norma ad hoc, la cosiddetta 'Salva Milano', che ora però si è arenata nei palazzi romani.
Stamane, infatti, la gup Teresa De Pascale ha rinviato a giudizio i costruttori Stefano e Carlo Rusconi, legali rappresentanti della società Opm, Gianni Maria Ermanno Beretta dell'omonimo studio di architettura come progettista e direttore lavori, gli ex dirigenti di Palazzo Marino Giovanni Oggioni, già componente della commissione per il paesaggio, Franco Zinna, ex responsabile della Direzione Urbanistica e tre funzionari dello Sportello Unico Edilizia.
Per loro, otto in tutto, il dibattimento si aprirà il prossimo 11 aprile davanti alla settima sezione penale del Tribunale. Le accuse contestate dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici sono abuso edilizio e lottizzazione abusiva.
Il falso, contestato a Beretta, è invece andato in prescrizione e il reato di abuso d'ufficio di cui rispondevano è stato cancellato con un "non luogo a procedere" per la sua abrogazione operata dalla legge Nordio. In aula ci sarà come parte civile una signora che faceva parte del comitato dei cittadini che sporse denuncia contro il progetto del palazzo per loro "improponibile" e che avrebbe comportato disagi tra cui due ore di luce in meno al giorno.
Oggi, quindi, se si esclude il caso di via Fauchè in fase predibattimentale in forza di un decreto di citazione diretta dei pubblici ministeri, per la prima volta un giudice dell'udienza preliminare ha stabilito che la vicenda merita il vaglio di un collegio. "Ce lo aspettavamo, è una questione tecnica che ha bisogno di essere affrontata in un aula di dibattimento. - spiega l'avvocato Federico Papa, legale di Carlo Rusconi -. Ci dispiace soltanto che non sia stato valutato l'elemento soggettivo dei reati contestati, perché l'impresa si è semplicemente adeguata alla linea politico-amministrativa del Comune". L'avvocato del figlio Stefano, Michele Bencini, aggiunge: "è un peccato, perché si celebra un processo inutile.
Quando la questione sarà approfondita si vedrà che non c'è alcun sistema o complotto e che i rapporti pubblico-privato hanno fatto bene alla città".
Secondo la ricostruzione dei pubblici ministeri l'intervento edilizio per costruire la Torre Milano, edificio residenziale di 24 piani completato nel 2023, è stato "qualificato come ristrutturazione edilizia, con totale demolizione e ricostruzione e recupero integrale della superficie lorda di pavimento preesistente", anziché "nuova costruzione'" e quindi con regole sulle volumetrie diverse. In base alle imputazioni, inoltre, i due ex dirigenti comunali, con una "determina dirigenziale" del 2018 che non tenne conto appunto che si trattava di un edificio di "nuova costruzione", avrebbero procurato un "ingiusto vantaggio economico" agli imprenditori-costruttori.
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