Rette che superano anche i 2.000 euro al mese, un servizio frammentato e sempre più privatizzato, un quadro contrattuale ben lontano dall'idea di "posto fisso".
E' quanto emerge, fra l'altro, da una ricerca sulle Rsa, le Residenze sanitarie assistenziali, condotta da Spi e dalla Funzione Pubblica della Cgil Lombardia presentata oggi a Milano.
L'analisi del sindacato rimarca che è "un sistema che seppur dominante in Lombardia appare quasi completamente svincolato dai servizi territoriali - assistenza domiciliare, ospedali e case di comunità - e governato da logiche privatistiche, che consentono alle strutture di scegliersi i pazienti garantendosi così grandi margini di guadagno". Un margine "che non viene però condiviso con il personale dipendente, che si trova, a fronte di contratti malpagati, a cercare impieghi altrove, favorendo il proliferare dei modelli di 'task shifting', vale a dire del trasferimento di compiti normalmente svolti da professionisti sanitari con qualifiche e competenze più elevate ad altri operatori, sanitari o non, con una formazione più breve e meno qualificata". Per la Cgil è un quadro preoccupante, "che alimenta i dubbi sulla tenuta di un sistema" che dovrà fronteggiare un corposo aumento della popolazione over 65 in Lombardia che, secondo le stime Istat, dovrebbe passare dalle 759.100 persone censite nel 2023, 562.000 delle quali con gravi difficoltà stimate ad oggi, alle circa 897.152 previste nel 2033.
"Chiediamo che Regione Lombardia avvii una revisione del sistema degli accreditamenti ed eserciti un maggiore governo del sistema delle Rsa, adeguando i minutaggi assistenziali all'effettivo bisogno dei pazienti ricoverati - commenta Federica Trapletti, della segreteria di Spi Cgil Lombardia -.
Chiediamo inoltre l'aumento delle risorse destinate alla copertura della quota sanitaria e l'introduzione di vincoli all'aumento delle rette, perché il rischio è che il ricovero in struttura diventi un privilegio per pochi." I sindacati chiedono inoltre a Regione Lombardia l'apertura immediata di un tavolo di confronto, alla presenza delle organizzazioni che rappresentino sia gli ospiti che il personale operante nelle strutture.
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