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A Milano pietra inciampo anche per bimba del treno di Primo Levi

A Milano pietra inciampo anche per bimba del treno di Primo Levi

In città da domani 26 nuove pose ricordano i deportati

MILANO, 22 gennaio 2025, 13:18

Redazione ANSA

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Sono 26 le nuove pietre di inciampo che verranno posate a Milano, domani e il 13 marzo, nell'ambito delle iniziative del Giorno della memoria per ricordare altrettante persone che sono state deportate dal nazifascismo nei campi di sterminio, perché ebrei o perché oppositori politici. Tra di loro c'è anche una bambina di 5 anni, Emilia Amalia Levi, la bambina del treno della morte citata da Primo Levi nel primo capitolo di 'Se questo è un uomo'. Con queste nuove pose, nell'anno dell'80esimo anniversario della Liberazione, diventeranno 224 le pietre presenti per le strade di Milano, in corrispondenza di dove abitavano i deportati.
"Per Milano la posa delle pietre di inciampo è sempre un momento importante, riportiamo queste persone a casa e ricordiamo la loro storia", ha spiegato la presidente del Consiglio comunale di Milano Elena Buscemi durante la conferenza stampa per illustrare le iniziative in occasione del Giorno della memoria. Tra le persone ricordate con la posa di una pietra ci saranno anche Aldo Levi, con la moglie Elena Viterbo e i figli Italo ed Emilia Amalia di soli 5 anni. Suo padre era capo dei servizi elettrici del Comune di Milano e, dopo il censimento degli ebrei, venne espulso e deportato ad Auschwitz con tutta la famiglia.

Altre tre pietre saranno posate per tre antifascisti che abitavano tutti nella stessa via di Milano, via Palmieri: Carlo Ciocca, Paolo Volpi e Luigi Negroni, militanti della cellula comunista clandestina dello Stadera. "Questo ci può fare pensare a una persona che ha denunciato tutti e tre - ha osservato Alessandra Minervi del Comitato delle pietre di inciampo -, magari perché ne ha riportato qualche vantaggio".

Ci sono poi il piccolo Alfredo Winter con la madre Meta Marie Kuh e la nonna Karoline Meyer, ebrei tedeschi che avevano cercato rifugio a Milano prima delle leggi razziali promulgate dal regime fascista. Il Comune di Milano ha deciso poi di ricordare i deportati nei campi di sterminio che erano dipendenti comunali e lo farà, a breve, con una targa che sarà posata nel salone dell'anagrafe centrale di via Larga. 
   

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