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Barbero spiega fascismo agli studenti, in sala anche Marinelli

Barbero spiega fascismo agli studenti, in sala anche Marinelli

Al Lirico di Milano, la lezione diventerà podcast

MILANO, 20 gennaio 2025, 14:41

Redazione ANSA

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Dal teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano, dove Benito Mussolini tenne il suo ultimo discorso pubblico il 16 dicembre 1944, Alessandro Barbero ha raccontato a un pubblico di ragazzi delle superiori le origini del Fascismo.

Un appuntamento legato alla serie di Sky 'M il figlio del secolo' di cui è protagonista Luca Marinelli che oggi si è seduto in sala fra i ragazzi, realizzato insieme a Chora Media e Will, che diventerà anche quattro puntate del podcast dello storico 'Chiedilo a Barbero'.

A 'moderare' e porre le domande arrivate dagli ascoltatori del podcast, è stato Davide Savelli. La Prima guerra mondiale, la situazione dell'Italia dopo il conflitto, Arditi, squadrismo, il legame con Milano dove Mussolini fonda il 23 marzo 1919 i Fasci italiani di combattimento, che due anni dopo sarebbe diventato il partito Fascista.

"Il fascismo nel 1919 - ha spiegato -, se uno lo guadava nel 1919, non era quella cosa che sappiamo noi. Ha fatto anche buone cose, come negarlo, ma ha preso il potere con una guerra civile che ha fatto migliaia di morti, ha distrutto le istituzioni liberali e democratiche italiane, ha fatto le leggi razziali. Si è alleato con la dittatura più crudele che ci sia stata al mondo, quella di Hitler, si è lanciato in una guerra demenziale in cui l'Italia fascista è riuscita a dichiarare guerra alla Gran Bretagna, alla Francia, all'Unione Sovietica e agli Stati Uniti".

Nel 1919 Mussolini "non aveva ancora una bussola politica precisa. Era chiaro che voleva andare al potere" ha provato col socialismo e ha cambiato idea, dall'anticlericalismo ha fatto il concordato, è stato all'inizio e alla fine repubblicano, ma per anni, ha ricordato Barbero, ha collaborato con il re. E ha promulgato leggi che hanno portato alla dittatura. "Oggi - ha concluso Barbero - quelli che si preoccupano per il ritorno del fascismo, mica si preoccupano che ci mettano tutti in camicia nera, che ci obblighino al saluto romano o stiamo per dichiarare guerra all'Etiopia o magari agli Stati Uniti. Nessuno ha paura di questo. Però quanto senti parlare di leggi di maggioranza, di stabilità governativa, di decreti legge usati anche quando non c'è urgenza, del fatto che bisogna rafforzare il capo del governo, allora ti dici 'non è che siamo lì, però...'. 
   

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