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Al Carlo Felice di Genova arriva l'Andrea Chénier

Al Carlo Felice di Genova arriva l'Andrea Chénier

In scena dal 6 febbraio diretta da Renzetti

GENOVA, 23 gennaio 2025, 15:15

Redazione ANSA

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Archiviata nei giorni scorsi "Traviata", il Carlo Felice di Genova si prepara a varare il nuovo titolo della stagione lirica che si legherà a due appuntamenti sinfonici, il tutto affidato alla bacchetta del direttore emerito del Teatro genovese, Donato Renzetti. Questa mattina, dunque, nel foyer del Carlo Felice presentazione di "Andrea Chenier" di Umberto Giordano (in scena dal 6 febbraio) e i due appuntamenti sinfonici dell'8 e del 14 febbraio.
    All'incontro sono intervenuti con il sovrintendente Claudio Orazi e il direttore artistico Pierangelo Conte, Barbara Grosso, delegata dal Comune, il direttore d'orchestra Donato Renzetti, il regista Pier Francesco Maestrini e quasi tutto il cast che vede nei due ruoli principali Fabio Sartori (Andrea Chénier) e Maria Josè Siri (Maddalena di Coigny). Grosso ha sottolineato il ruolo sempre più rilevante che il Carlo Felice sta assumendo nel contesto culturale non solo italiano e ha lodato la presenza massiccia dei giovani. A questo proposito Orazi ha voluto sottolineare la scelta del Teatro di aprire gli spettacoli inaugurali alle scuole, andando anche contro il parere di un revisore dei conti che aveva assunto una posizione contraria.
    Pierangelo Conte, oltre a presentare il cast, ha ricordato che il 1896 vide la nascita del capolavoro di Giordano e della Bohème di Puccini a dimostrazione della vitalità del teatro italiano di fine Ottocento. Schoenberg, ha detto, sul leggio del pianoforte aveva le opere di Puccini il che evidenzia la modernità del linguaggio dei nostri autori del tempo: lo stesso Giordano, pur non uscendo dalla tonalità, viveva le tensioni musicali che si respiravano a livello europeo. Questo spiega la scelta del Teatro nella formulazione dei programmi dei due concerti legati all'opera: l'8 febbraio gli autori coinvolti saranno Schoenberg e Rimskij Korsakov, il 14 Brahms e Sostakovic. Donato Renzetti si è soffermato sulle difficoltà della partitura operistica che presenta grandi scene corali, mentre il regista Maestrini ha ricordato che l'opera di Giordano è stata l'ultima in cui ha lavorato come assistente di suo padre Carlo, un regista molto legato al Carlo Felice prima e al Margherita poi, con assidue presenze dal 1954 al 1985. Una curiosità: nel passato artistico di Renzetti, percussionista alla Scala prima che direttore d'orchestra, c'è anche una partecipazione al Festival di Sanremo: era il 1971 e lui cantava nel leggendario 'Quattro più Quattro' di Nora Orlandi.
   

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