La Guardia di Finanza di Parma ha
smantellato un'associazione a delinquere finalizzata alla
commissione di una frode fiscale nel settore del commercio dei
pallet. Scoperto un giro di fatturazioni per operazioni
inesistenti che sfiora i 20 milioni di euro, coinvolte oltre 40
imprese dislocate in Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Puglia e
Piemonte: 42 gli indagati, indiziati, a vario titolo di
associazione per delinquere, dichiarazione fraudolenta mediante
utilizzo di fatture false ed emissione di false fatture.
Un uomo, residente in provincia di Parma, è finito in
carcere, tre, residenti a Parma, Forli-Cesena e Verona, agli
arresti domiciliari e uno, residente in provincia di Pordenone,
è destinatario dell'obbligo di firma. Il blitz delle fiamme
gialle segue un sequestro preventivo per oltre 4,6 milioni di
euro, eseguito dalle Fiamme Gialle nel novembre scorso:
l'importo è pari al profitto stimato dei reati tributari
contestati.
Il centro nevralgico del meccanismo illecito è stato
individuato in vari centri di raccolta di bancali, in Emilia
Romagna, Lombardia e Veneto, tutti facenti capo a società
costituite ad hoc dal gruppo, poi risultate mere ramificazioni
della capofila, una nota impresa del settore operante nel
parmense. Le società filtro erano funzionali all'acquisto "in
nero" di bancali usati dagli autotrasportatori, intestate a meri
"prestanome". Secondo gli investigatori, la capofila operava sul
mercato mescolando abilmente la fase commerciale in chiaro, con
una attività parallela sul "mercato nero". Il disegno criminoso
ipotizzato, aveva bisogno di fatture di "acquisto" formalmente
emesse da società prive di qualsivoglia consistenza economica,
società "cartiere pure", necessarie a fondare una pretesa
regolarità dichiarativa e fiscale delle società filtro, al fine
di dimostrare l'origine della merce venduta alla capofila.
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