"L'elemento fondamentale è il dato e
dobbiamo riuscire a fare in modo che, anche in agricoltura, le
Pmi possano competere. Questo lo facciamo facendo rete, con il
trasferimento tecnologico e operando una 'democratizzazione'
della tecnologia con l'Intelligenza artificiale" Lo ha detto
Valentino Valentini, vice ministro delle Imprese e del Made in
Italy, (Mimit) intervenendo al convegno di Confagricoltura
'Imprese agricole e agromeccaniche insieme per l'agricoltura del
futuro' con un'analisi sulla nuova economia di processo.
"Grazie all'IA, a breve - ha aggiunto - un agricoltore, pur non
essendo esperto di informatica, riuscirà a impartire dei comandi
utilizzando un linguaggio normale. Dobbiamo dunque vedere quel
che esiste, renderlo disponibile anche a coloro che non hanno un
grado elevato di conoscenza tecnologica. Come Mimit diamo un
sostegno con il programma Transizione 5.0 per quanto riguarda i
macchinari, ci rendiamo conto che la normativa è abbastanza
complessa ma così ce l'ha chiesta l'Europa, stiamo cercando di
semplificarla e spiegarla e abbiamo inserito una serie di norme
in finanziarla per renderla più fruibile dalle aziende del
settore".
Per quanto riguarda invece il settore dell'agro-meccanica,
per il vice ministro, "bisogna far in modo che emerga il suo
ruolo nel garantire alle Pmi del mondo agricolo la possibilità
di competere senza dover sostenere grandi investimenti". "Il
Made in Italy - ha commentato infine Valentini - è uno strumento
di competitività. Non esiste Made in Italy senza agricoltura e
non esiste agricoltura senza Made in Italy perché competiamo con
prodotti che hanno una qualità geografica e ambientale unica e
irripetibile. Se si pensa che l'agricoltura sia inquinante e
contro la difesa dell'ambiente non si è capito nulla,
l'agricoltore vuole conservare il suo patrimonio, per sé e per
la sua famiglia. La sostenibilità è il vero obiettivo
dell'agricoltura".
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