Gennaio è il mese della prevenzione del tumore del collo dell'utero, o tumore della cervice uterina che è, dopo il cancro al seno, il secondo tumore per frequenza tra le donne, con circa 2500 diagnosi l'anno in Italia. Tuttavia, nel nostro Paese sono ancora bassi i dati delle coperture vaccinali. Lo sottolinea l'Istituto superiore di sanità (Iss).
Il cancro della cervice uterina è infatti ampiamente prevenibile attraverso il vaccino contro l'Hpv e lo standard di copertura vaccinale prefissato dall'Oms prevede il raggiungimento del 95% di copertura entro il 2030. Secondo gli ultimi dati disponibili del Ministero della Salute (anno 2022), la copertura vaccinale nazionale per l'Hpv tra le ragazze e i ragazzi di dodici anni si attesta però rispettivamente al 38,78% e al 31,81%. Per i quindicenni, la copertura è del 69,32% per le femmine e del 44% per i maschi. A livello regionale, nessuna regione ha raggiunto il 95% di copertura in tutte le coorti analizzate, con una significativa disparità tra le diverse aree geografiche. Per tutte le donne è inoltre fondamentale aderire ai programmi di screening cervicale che prevedono gratuitamente il Pap-test e il test per la ricerca del Hpv-Dna. Questi test sono molto efficaci per una diagnosi precoce, consentendo di intervenire prima che la malattia evolva. Per sensibilizzare sull'importanza della vaccinazione, nel 2021 è stato avviato il progetto europeo Perch (PartnERrship to Contrast HPV), coordinato dall'Iss con la partecipazione di 18 Paesi europei.
Fra gli obiettivi, migliorare le capacità di pianificazione e attuazione di piani vaccinali da parte degli stati membri attraverso campagne di vaccinazione contro l'Hpv. Nell'ambito di Perch è stata avviata un'iniziativa pilota in tre regioni - Calabria, Campania e Puglia - per valutare la fattibilità di una campagna di vaccinazione anti-Hpv nelle scuole. I risultati saranno presentati a giugno ma "dai dati che osserviamo in alcuni territori dove tale strategia è già attiva da qualche anno - afferma l'Iss - è possibile attendersi un effetto positivo sulla copertura vaccinale". Ne è un esempio la Asl di Taranto, dove da diversi anni in molti comuni del territorio gli adolescenti vengono vaccinati a scuola contro il papillomavirus.
Di fatto, in questi Comuni la copertura vaccinale per le femmine è pari all'80% per il ciclo completo e al 90% per la prima dose; per i maschi, invece, è circa il 70% mentre per dose singola è dell'87%.
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