Un week end da incubo per la Formula
1 a Imola lungo 30 anni. Quel maledetto Gran Premio da sempre
nella memoria di tutti per la morte del mito Ayrton Senna, che
sarà ricordato con una serie di celebrazioni al via già da
stasera sull'Autodromo Enzo e Dino Ferrari dove domani saranno
presenti ministri e personalità del Circus, cominciò proprio il
30 aprile del 1994, e con un altro dramma: la morte del 34enne
Roland Ratzenberger. Quello sfortunato pilota austriaco che, pur
di coronare il desiderio di correre in F1, accettò la Simtek
Ford, scuderia esordiente sponsorizzata da Mtv. Non si qualificò
in Brasile, giunse 11° ad Aida. Poi arrivò Imola dove le
qualifiche, a poche ore da un altro grave incidente a Rubens
Barrichello, gli furono fatali.
In quell'assolato sabato pomeriggio qualcosa va
drammaticamente storto nel momento peggiore e nel posto
peggiore, dopo il Tamburello che a Imola fino al '94 si fa in
pieno per arrivare poi sempre a full gas nella picchiata della
curva intitolata a Gilles Villenueve. Da quella curva la Simtec
del pilota austriaco non riesce ad uscire, l'ala cede e la
monoposto, ingovernabile, si schianta contro il muretto della
pista a oltre 300 all'ora con un angolo di impatto impossibile.
Una tragedia seguita il giorno dopo da quella ancora piu'
eclatante - un vero choc per tutto il mondo - quella in cui
perse la vita l'icona Ayrton e che contribuì ad un aumento
drastico della sicurezza in Formula 1; di lì, una lunga era
senza incidenti fatali.
La Formula 1, dopo quella due giorni tragica di Imola, non fu
piu' la stessa, in tutti i sensi. Non c'era più il mito di
Senna. Ma non fu piu' accettato che il rischio valesse la vita.
Il tutto grazie soprattutto all'opera del vecchio patron Bernie
Ecclestone, della Fia e del suo ex presidente Max Mosley che
istituisce la FIA Expert Advisory Safety Committee (comitato di
sorveglianza sulla sicurezza). In quel periodo si capì, anche
grazie a una leadership forte e incontrastata (Max Mosley e
Bernie Ecclestone su tutti) che eventi simili avevano il
potenziale di decretare la fine della Formula 1 per come si era
abituati a concepirla, in termini economici e umani. Una presa
di coscienza tradotta in azioni concrete che porterà ad avere
una Formula 1 senza decessi per 20 anni.
Negli anni, poi, si è registrato un fiorire di innovazioni
estremamente importanti, dalle cellule di sopravvivenza
migliorate, al largo uso delle safety-car, fino al sistema Halo,
che hanno rappresentato una profonda differenza.
Dal 1994 ad oggi, si è registrato un solo incidente mortale in
28 anni di sport ai massimi livelli: il francese Jules Bianchi
in Giappone nel 2014 morto per una serie di eventi, come la
presenza in pista di un trattore adibito alla rimozione delle
monoposto. Ma non è tutto: nel 1996 la FIA contribuisce alla
creazione dei protocolli di sicurezza Euro NCAP, ancora oggi
fondamentali per valutare il livello di protezione delle
automobili in commercio.
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