Il riesame delle norme Ue che fissano lo stop alla produzione di auto a diesel e a benzina nel 2035, fissato nel 2026, "per il momento è appropriato". Lo ha detto un portavoce della Commissione europea, commentando la richiesta dell'Italia di anticipare al 2025 la revisione del regolamento.
Il percorso verso il 2035, ha sottolineato il portavoce, deve essere "graduale" e "c'è molto lavoro in corso per creare le giuste condizioni per la transizione".
"La legislazione sul target" delle zero emissioni "del 2035 è stata adottata un anno fa e include la clausola di revisione nel 2026. Tutti gli strumenti per raggiungere l'obiettivo ci sono", ha spiegato ancora il portavoce, ricordando inoltre che "nelle linee guida politiche della presidente von der Leyen" per il suo nuovo mandato è indicato che "ci sarà l'opportunità di affrontare la questione dei carburanti sintetici". Ogni eventuale cambiamento delle norme, viene precisato, dovrà comunque essere concordato dalla Commissione europea d'intesa con i governi Ue e l'Europarlamento.
Intanto il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ribadisce che la proposta italiana di anticipare al 2025 la revisione del regolamento europeo sui veicoli leggeri che prevede la vendita di auto solo elettriche dal 2035 "sta ottenendo sempre più consenso: non si può lasciare nell'incertezza assoluta imprese e consumatori su quali saranno le decisioni che poi comunque prenderemo alla fine del 2026.
Altri due anni di incertezza porterebbero al collasso dell'industria dell'auto europea, quindi anticipare è buon senso".
"Non deve essere una sorpresa il consenso anche degli altri partner" come il vicecancelliere e ministro dell'Industria tedesco Robert Habeck, ha aggiunto il Urso. Il ministro ha detto che l'incontro di ieri per la presentazione del piano a associazioni di imprese e sindacati è stato "un confronto molto positivo" e ricordato il consenso sulla proposta dell'associazione europea dei produttori di auto Acea. "Domani - ha detto Urso - illustrerò il piano a Bruxelles, prima a tutti gli europarlamentari italiani, poi nel meeting sull'automotive promosso dalla presidenza ungherese e quindi il giorno successivo, il 26, al consiglio competitività con la proposta dell'Italia per anticipare questa decisione e consentire alle nostre imprese e ovviamente anche i nostri cittadini di scegliere con più consapevolezza".
E anche il vicecancelliere e ministro dell'Robert Habeck, dopo un incontro con le case automobilistiche e i rappresentanti dei sindacati, ha dichiarato che sosterrà l'anticipazione della revisione degli standard di CO2 prevista per il 2026. "Il desiderio della tavola rotonda era quello di sostenere che ciò avvenisse già nel 2025. Sono felice di appoggiare questa richiesta", ha dichiarato Habeck (esponente dei Verdi) in conferenza stampa, secondo quanto riportato da diversi media tra i quali Euractiv. Domani, a Bruxelles, il ministro per il Made in Italy Adolfo Urso presenterà una proposta del governo che va nella stessa direzione.
"L'Ungheria si oppone ai dazi Uesulle auto elettriche cinesi e sostiene il piano di pace di Pechino e Brasilia per risolvere la guerra in Ucraina", ha dichiarato il Ministro degli Esteri Péter Szijjártó dopo l'incontro con l'omologo cinese Wang Yi a New York.Le sue parole sono riportate dal portavoce del governo magiaro, Zoltan Kovacs, su X. Szijjártó ha criticato il deterioramento della competitività dell'Ue, avvertendo che il confronto con la Cina danneggerebbe l'economia europea. Ha sottolineato che gli interessi dell'Ue risiedono nella cooperazione con la Cina, non nella rivalità, definendo le tariffe proposte sui veicoli elettrici cinesi una "cattiva idea". "L'Ungheria voterà contro le tariffe", ha confermato il ministro, sottolineando la stretta collaborazione tra le case automobilistiche dell'Europa occidentale e quelle cinesi.
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