È allo studio della maggioranza una mozione parlamentare che impegna il Governo ad avanzare una proposta in sede europea per "rivedere da subito il percorso del green deal" a partire dal settore auto. Una bozza del testo, letta dall'ANSA, rilancia il piano del ministro delle Imprese, Adolfo Urso, e chiede di anticipare la revisione del regolamento Ue sui veicoli leggeri all'inizio del 2025. Chiede poi di convocare i vertici di Stellantis per "chiarire i termini" del loro piano industriale in Italia. Nella mozione è scritto che l'obiettivo europeo di ridurre entro il 2025 l'impronta di CO2 delle flotte di veicoli del 19% rispetto al periodo 2020/2024 e di azzerarle nel 2035 è "pressoché irraggiungibile per tutti i produttori europei". Le sanzioni complessive da pagare per le aziende, già nel 2025, sono stimate tra 7,5 e 15 miliardi di euro. La mozione chiede, tra l'altro, di promuovere la transizione del settore non solo verso l'elettrico, ma anche verso carburanti di nuova generazione come gli e-fuel, i biocarburanti e l'idrogeno e di istituire un Fondo con risorse comuni finalizzato a supportare la transizione.
I dieci punti elencati nella mozione fanno riferimento al Rapporto sulla competitività di Mario Draghi che, secondo la bozza, "conferma quel che il governo italiano ha sempre evidenziato".
Rispetto a Stellantis, viene richiesto che il gruppo comunichi i dati dei dipendenti fuoriusciti con dimissioni incentivate, "così da poter chiedere il reintegro almeno in parte dei lavoratori licenziati" e al governo di sollecitare il gruppo a "mantenere gli impegni presi" monitorando il progetto di Acc per la gigafactory di Termoli.
La bozza fa riferimento inoltre all'opposizione del ceo di Stellantis alla proposta di posticipare al 2027 i limiti di emissioni previsti per il 2025 "nonostante la performance estremamente negativa della casa" e cita simulazioni secondo le quali il gruppo "dovrebbe avere una quota di vendite" di auto elettriche (Bev e plug-in) del 26%, ma lo scorso anno non è arrivata al 18 e ora è al 13%.
La bozza chiede infine aggiornamenti sui memorandum of understanding con il ministero dell'Industria cinese e con le diverse case automobilistiche per avere altri produttori in Italia.
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