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Napoli, boom B&B preclude casa in centro a napoletani e studenti

Napoli, boom B&B preclude casa in centro a napoletani e studenti

Rincari affitto del 40%. Venerdì protesta di 'Resta abitante'

NAPOLI, 25 marzo 2025, 22:39

Redazione ANSA

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"Vivo a Donnaregina a Napoli, in un appartamento affittato a me e mio fratello, che abbiamo una stanza condivisa e a un altro studente che ha la sua camera.
    Pago 400 euro e i prezzi stanno salendo, sono a Napoli da 5 anni e la città sta cambiando profondamente". Così Federica, studentessa universitaria, spiega le nuove difficoltà incontrate da chi viene a vivere nella città che sta vivendo un boom turistico che sta trasformando in case vacanze e B&B molti appartamenti del centro storico. Un boom contro cui protestano i movimenti della città che venerdì presenteranno pubblicamente in Piazza Dante alle 17 la petizione cittadina "Resta abitante", che protesta contro il centro sempre meno vivibile dai partenopei non ricchi, e che ha raggiunto quasi 8.000 firme. "A Napoli - spiega Federica - c'è un palazzo di appartamenti per studenti alla fine di via Brin, uno solo in una città con cinque atenei che non copre minimamente la ricerca di tanti ragazzi di una stanza per studiare a Napoli. Io ora devo cambiare casa e gli annunci che sto guardando chiedono da 600 a 1000 euro per una stanza". Città da sempre di riferimento per tante regioni del Centro e Sud Italia, Napoli si trova ora con il boom del turismo che esclude gli studenti.
    "Abbiamo avuto delle promesse dall'amministrazione comunale - spiega Federica che studia all'Orientale - rispetto alla costruzione di residenze per gli studenti e la ristrutturazione di vecchi edifici che sono state dismesse. C'è la volontà anche dell'amministrazione comunale di rigenerare queste residenze ma non è più accaduto e intanto una camera all'interno dello studentato arriva a 500 euro al mese, che non rientra nel range neanche della borsa di studio e significa quindi inaccessibilità agli studenti di poter vivere e studiare in questa città". I movimenti rendono chiari i numeri della situazione partenopea, come spiega Anna Fava, una dei partecipanti all'attività dei movimenti: "Recentemente il Comune di Napoli - spiega - ha detto che l'iperturismo non avrebbe stravolto il mercato abitativo e che anzi il Comune prevedrebbe soglie del 30% degli appartamenti all'interno del centro storico da dedicare agli affitti residenziali. Questa per noi è una follia.
    Già oggi ci sono 15.000 annunci, dei quali circa il 70% riguardano interi appartamenti, mentre i cittadini soffrono un disagio abitativo fortissimo che si innesta su una emergenza abitativa atavica, a cui le politiche sociali sulla casa non hanno offerto delle valide risposte. C'è quindi un'emergenza abitativa precedente al mercato turistico di oggi, che crea un ulteriore disagio: dopo la pandemia ci sono stati più di 10.000 sfratti esecutivi e oggi su circa 90.000 appartamenti nel centro storico ci sono 15 mila annunci per vacanze, di cui almeno il 70% riguarda interi appartamenti. Questo ha provocato una crescita dei canoni d'affitto di circa il 40 per cento dal 2017 a oggi. Il Comune e la Regione dicono che il turismo porta ricchezza ma parlano in termini generici, chi non ha capitali da investire o da poter acquistare appartamenti da trasformare in case vacanza non ha scelte. Tutto questo non porta ricchezza, porta solo un enorme disagio. Napoli - l'appello finale - deve fermare subito l'allargamento della trasformazione del centro in case vacanza".
   

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