"Vivo a Donnaregina a Napoli, in un
appartamento affittato a me e mio fratello, che abbiamo una
stanza condivisa e a un altro studente che ha la sua camera.
Pago 400 euro e i prezzi stanno salendo, sono a Napoli da 5 anni
e la città sta cambiando profondamente". Così Federica,
studentessa universitaria, spiega le nuove difficoltà incontrate
da chi viene a vivere nella città che sta vivendo un boom
turistico che sta trasformando in case vacanze e B&B molti
appartamenti del centro storico. Un boom contro cui protestano i
movimenti della città che venerdì presenteranno pubblicamente in
Piazza Dante alle 17 la petizione cittadina "Resta abitante",
che protesta contro il centro sempre meno vivibile dai
partenopei non ricchi, e che ha raggiunto quasi 8.000 firme.
"A Napoli - spiega Federica - c'è un palazzo di appartamenti
per studenti alla fine di via Brin, uno solo in una città con
cinque atenei che non copre minimamente la ricerca di tanti
ragazzi di una stanza per studiare a Napoli. Io ora devo
cambiare casa e gli annunci che sto guardando chiedono da 600 a
1000 euro per una stanza". Città da sempre di riferimento per
tante regioni del Centro e Sud Italia, Napoli si trova ora con
il boom del turismo che esclude gli studenti.
"Abbiamo avuto delle promesse dall'amministrazione comunale -
spiega Federica che studia all'Orientale - rispetto alla
costruzione di residenze per gli studenti e la ristrutturazione
di vecchi edifici che sono state dismesse. C'è la volontà anche
dell'amministrazione comunale di rigenerare queste residenze ma
non è più accaduto e intanto una camera all'interno dello
studentato arriva a 500 euro al mese, che non rientra nel range
neanche della borsa di studio e significa quindi inaccessibilità
agli studenti di poter vivere e studiare in questa città".
I movimenti rendono chiari i numeri della situazione
partenopea, come spiega Anna Fava, una dei partecipanti
all'attività dei movimenti: "Recentemente il Comune di Napoli -
spiega - ha detto che l'iperturismo non avrebbe stravolto il
mercato abitativo e che anzi il Comune prevedrebbe soglie del
30% degli appartamenti all'interno del centro storico da
dedicare agli affitti residenziali. Questa per noi è una follia.
Già oggi ci sono 15.000 annunci, dei quali circa il 70%
riguardano interi appartamenti, mentre i cittadini soffrono un
disagio abitativo fortissimo che si innesta su una emergenza
abitativa atavica, a cui le politiche sociali sulla casa non
hanno offerto delle valide risposte. C'è quindi un'emergenza
abitativa precedente al mercato turistico di oggi, che crea un
ulteriore disagio: dopo la pandemia ci sono stati più di 10.000
sfratti esecutivi e oggi su circa 90.000 appartamenti nel centro
storico ci sono 15 mila annunci per vacanze, di cui almeno il
70% riguarda interi appartamenti. Questo ha provocato una
crescita dei canoni d'affitto di circa il 40 per cento dal 2017
a oggi. Il Comune e la Regione dicono che il turismo porta
ricchezza ma parlano in termini generici, chi non ha capitali da
investire o da poter acquistare appartamenti da trasformare in
case vacanza non ha scelte. Tutto questo non porta ricchezza,
porta solo un enorme disagio. Napoli - l'appello finale - deve
fermare subito l'allargamento della trasformazione del centro in
case vacanza".
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