La neonata sequestrata ieri sera a
Cosenza e ritrovata dopo circa tre ore dalla Polizia, è stata
una "vittima casuale" dal momento che "nessun contatto" è emerso
"tra la famiglia della piccola e i coniugi" che sono stati
sottoposti a fermo. A dirlo è stato il capo della Squadra mobile
di Cosenza Gabriele Presti incontrando i giornalisti in
Questura.
Il funzionario ha anche sottolineato che le "indagini si
concentreranno anche sulla sicurezza del punto nascite" della
clinica Sacro cuore dove il rapimento è avvenuto.
Ricostruendo quanto accaduto, Presti ha riferito che la donna
fermata, Rosa Vespa, ha detto alla mamma della neonata di essere
una "puericultrice e inoltre indossava la mascherina. Questo -
ha aggiunto - ha fatto guadagnare tempo alla coppia".
Il poliziotto ha poi spiegato che "è oggetto di accertamento
se abbia o meno bussato ad altre stanza ma di certo è rimasta
diverso tempo all'interno" della struttura, e che ci sono
"indagini anche per capire se avesse fatto sopralluoghi" nei
giorni precedenti dopo che sarebbe emerso che ieri avrebbe
stazionato per diverse ore nelle vicinanze della clinica.
Riguardi alla figura del marito di Rosa Vespa, Acqua Moses,
apparso ignaro di quanto realmente era accaduto ad alcuni
investigatori, Presti ha riferito che la "posizione del marito è
da stabilire, ma sicuramente era presente nel momento
dell'atto".
Il capo della Squadra mobile ha quindi sottolineato che
"descrizioni, servizi di video sorveglianza e conoscenza
approfondita del territorio sono stati gli elementi che hanno
portato alla risoluzione del caso"
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