IL FACT CHECKING DI ANSA
Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.
Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.
Cosa verifichiamo
L’idea che sfruttiamo solo il 10% del nostro cervello è una di quelle più diffuse e dure a morire. La sua origine è attribuita alle teorie sulla ‘riserva di energia’ degli psicologi dell'Università di Harvard, William James e Boris Sidis, formulate nel corso del 1890, e successivamente ribadite dallo scrittore statunitense Lowell Thomas, che gli attribuì anche un preciso valore percentuale, quello appunto del 10%. Ma è davvero così?
Analisi
Di fatto, anche se in alcuni momenti della giornata le aree cerebrali attive sono una minoranza, nell’arco delle 24 ore ogni parte del cervello entra in azione, perfino durante il sonno. Innanzitutto, se il 90% del cervello fosse inutilizzato, eventuali danni in queste aree non avrebbero alcun effetto sull'individuo. Al contrario, è dimostrato che non esiste nessuna area del cervello che, se danneggiata anche in minima parte, non abbia effetti anche gravi sulle capacità dell'individuo.
L’infondatezza della teoria è evidente anche se si analizza il funzionamento del cervello che, pur occupando solo il 2-3% del peso corporeo, utilizza ben il 20% di tutta l’energia introdotta con il cibo: se davvero il 90% della materia cerebrale fosse inutilizzata, la selezione naturale sarebbe intervenuta nel corso del tempo per eliminarla, portando ad un cervello più piccolo ed efficiente dal punto di vista energetico, cosa che invece non è mai accaduta.
Anche tecnologie come la tomografia (PET) e la risonanza magnetica funzionale (fMRI) dimostrano che tutte le parti del cervello sono in attività, anche durante il sonno: solo in caso di gravi danni cerebrali vengono rilevate parti non attive. Allo stesso modo, l’inserimento di elettrodi, che possono monitorare l'attività di piccolissimi gruppi di cellule o anche di singoli neuroni, non ha mai registrato un’inattività così estesa.
Decenni di ricerche, inoltre, hanno permesso una mappatura completa delle funzioni cerebrali: non vi è più nessuna area del cervello a cui non sia stata associata una precisa funzione. Infine, le cellule cerebrali non utilizzate tendono a degenerare e alterarsi: se il 90% del cervello fosse inutilizzato, una semplice autopsia rivelerebbe una diffusa degenerazione del tessuto cerebrale. Le conoscenze attuali, dunque, dimostrano in modo incontrovertibile che utilizziamo il 100% del nostro cervello e che non esistono capacità segrete o soprannaturali che potremmo essere in grado di sviluppare.
Fonti
Barry Beyerstein, “Whence Cometh the Myth that We Only Use 10% of our Brains?”, in Sergio Della Sala, “Mind Myths: Exploring Popular Assumptions About the Mind and Brain”, 1999, Wiley, pp. 3–24
Barry Beyerstein, “Do we really use only 10 percent of our brains?”, 2004, Scientific American
I nostri team fanno del loro meglio per consultare tutte le domande che ci vengono sottoposte. Lavoriamo per rispondere alle richieste e proposte che ci pervengono sulla base di diversi criteri e ci riserviamo il diritto di operare una selezione tra tutte le richieste dando priorità a quelle più rilevanti e interessanti per il pubblico. Riteniamo che i reclami fantasiosi, infondati, offensivi, minacciosi o chiaramente derivanti da un'azione coordinata di spam non richiedano una nostra risposta. Per consentirci di rispondere a una richiesta di verifica, il messaggio o la dichiarazione su cui si richiede di indagare devono alludere a fatti o dati. Non verifichiamo opinioni o, in genere, affermazioni su eventi non ancora accaduti.
This site is protected by reCAPTCHA and the Google Privacy Policy and Terms of Service apply.