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Le numerose notizie su web e social media circolate nelle ultime settimane sulle reazioni gravi al morso del ragno violino hanno messo molti in allarme. Sono almeno due i casi finiti sui giornali nell'estate passata: la morte di un carabiniere di Palermo e il decesso di un giovane pugliese per uno shock settico dopo un ascesso a una gamba. In entrambi i casi, però, "il coinvolgimento di questo ragno è stato ipotizzato ma non dimostrato", spiegano gli esperti della Federazione dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo) nella rubrica "Dottore, ma è vero che...?". Le reazioni gravi riportate dalla letteratura scientifica, infatti, sono "estremamente rare e ad oggi non c’è alcun decesso attribuibile con certezza al suo veleno". Eppure già nel 2018, dopo una serie di articoli ci fu un aumento delle segnalazioni di morsi attribuiti al ragno violino, che gli esperti hanno definito "falsa epidemia dovuta ad allarmismo indotto dai media".
Analisi
Questo insetto, comunemente diffuso nelle nostre è di colore rossastro e prende il nome dalla tipica chiazza scura sul torace che ricorda la forma di un violino. Dotato di 6 occhi anziché 8 come gli altri ragni, il Loxosceles rufescens è un piccolo artropode: il suo corpo non arriva al centimetro di lunghezza e con le zampe distese arriva al massimo a 4-5 centimetri. Il ragno violino appartiene ad una specie schiva e non aggressiva, che preferisce fuggire e nascondersi. È diffuso in tutta l’area del Mediterraneo, frequenta le nostre case e ama i luoghi caldi e asciutti. Vive sotto i sassi, ma anche negli appartamenti e nelle cantine, nelle fessure dei muri. Di giorno rimane rintanato e di notte esce per cacciare altri insetti. In genere è pauroso e non attacca l'uomo. Morde solo se viene schiacciato. "Per evitarlo è importante quindi indossare dei guanti quando si fa giardinaggio o si maneggiano materiali che sono stati a lungo abbandonati. È consigliabile anche scuotere le scarpe, i vestiti, lenzuola che sono rimasti a lungo in un ambiente con potenziali nascondigli", consigliano gli esperti della Federazione degli Ordini dei Medici.
L'allarme sul ragno violino diffuso sulla rete e sui social media "ha provocato un significativo aumento delle chiamate ai Centri Antiveleni e degli accessi ai Dipartimenti di Emergenza degli Ospedali" ma "non esistono dati che giustifichino un aumento del livello di attenzione rispetto alla pericolosità dell’esposizione dell’uomo al morso del ragno", spiega Maurizio Paolo Soave, esperto in Anestesia e rianimazione presso il dipartimento di Scienze dell'emergenza, anestesiologiche e della rianimazione del Policlinico Gemelli di Roma. Nel 2015 e nel 2017 si sono verificati due decessi in Italia "che, inizialmente attribuiti al morso di un ragno violino, sono stati poi riconosciuti come causati dalle gravi patologie preesistenti dei due pazienti", spiega Soave. Lo confermano anche gli esperti dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana. "In molti si sono rivolti al nostro laboratorio di Parassitologia ed Entomologia per l’identificazione di campioni consegnati come sospetti ragni violino ma nella maggioranza dei casi sono risultati essere ragni del tutto innocui.
Il numero accertato di persone morse dal ragno violino in Italia è molto basso e ultimamente non si è registrato un aumento dei casi". Nella maggior parte dei casi, il morso del ragno violino non provoca alcuna reazione, oppure solo un'infiammazione localizzata, con prurito e bruciore moderato, che non richiede intervento medico e si risolve spontaneamente. "Non è appropriato allarmarsi recandosi nei pronto soccorso", aggiunge Soave. Il veleno del ragno violino contiene però piccolissime quantità di un enzima, la sfingomielina fosfodiesterasi D, che danneggia la membrana delle cellule. "In casi molto rari, - spiega la Fnomceo - nell'arco di alcuni giorni, l'azione di questo enzima può provocare una lesione necrotica, un'ulcera nerastra che si allarga progressivamente coinvolgendo la pelle e i tessuti sottostanti. L'ulcera è il terreno ideale per la proliferazione di batteri che possono complicare la situazione provocando un’infezione". Se quindi si viene morsi, per prima cosa bisogna lavare bene l'area con acqua e sapone. Se col passare dei giorni dal morso l'infiammazione si allarga e la pelle assume un colorito scuro, bisogna rivolgersi al più vicino centro antiveleni o a un medico. Il raro rischio di reazioni gravi è maggiore per i bambini piccoli, gli anziani e le persone con deficit immunitario o diabete. Quanto alle terapie, "gli antibiotici della famiglia delle tetracicline hanno dimostrato la capacità di inibire l'azione dell'enzima contenuto nel veleno, oltre a combattere l'eventuale sovra infezione batterica".
Conclusioni
Quasi tutti i ragni essendo predatori, possiedono ghiandole velenifere con cui producono le sostanze che immobilizzano la preda. Tuttavia, solo circa 150 specie dei ragni conosciuti al mondo, ovvero 48.692 specie in totale secondo il World Spider Catalog, 2020 risulta pericolosa per l'uomo, pari allo 0,3% e molte di queste specie possiedono zanne talmente minute da non riuscire a perforare la cute. Pochi inoltre vivono in Italia, tra questi c'è però la vedova nera o Latrodectus mactans: un pericoloso ragno diffuso in Maremma, in Liguria, nel Lazio, nelle regioni meridionali e nelle isole. Il suo veleno agisce rapidamente provocando inizialmente intorpidimento, rigidità muscolare, sudorazione, cefalea, nausea, dolore addominale, quindi difficoltà respiratorie, vertigini e febbre. Sempre i climi caldi del sud sono l'habitat ideale della tarantola o Lycosa tarentula, che può raggiungere gli 8 cm. Ricoperta di peli neri e marroni e dal colore da castano rossiccio-nero, provoca una puntura molto evidente, gonfia e di colore bluastro, ma anche se doloroso, nella maggioranza dei casi non si rivela pericoloso per l'uomo. Quanto invece al ragno violino, non esistono quindi al momento dati che comprovino che il suo morso sia potenzialmente mortale per individui sani.
Fonti
Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana
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