Con 20 voti a favore, quelli del
centrosinistra e della Lega, e 12 contrari, di Fratelli
d'Italia, Forza Italia, Italia Viva, Udc e Gruppo Teti, ieri
sera il Consiglio comunale di Chieti ha approvato una Variante
specifica al Prg relativa all'ex ospedale riguardante la
modifica della categoria di intervento da "Conservazione" a
"Restauro" che, di fatto, non permetterà di realizzare il nuovo
tribunale, proposto e finanziato dal ministero della Giustizia,
nell'ex ospedale.
In avvio di seduta la consigliera Barbara Di Roberto ha
consegnato agli atti del Consiglio, alla presenza della Digos e
della Polizia Locale, una dichiarazione circa un tentativo di
intimidazione dei votanti riferito come fatto grave dal
presidente del Consiglio comunale, Luigi Febo. "Abbiamo proposto
la variante perché il destino del 'San Camillo' non può essere
quello di ripianare il debito prodotto dalla Asl di Chieti,
l'edificio ha un valore grande e importante che la variante
approvata in Consiglio ha inteso tutelare - hanno detto il
sindaco, Diego Ferrara, Febo la Giunta e la maggioranza - Un
atto adottato principalmente per tale ragione e nel pieno
rispetto delle leggi e delle funzioni dell'Assise civica,
nonostante maldestri e gravissimi tentativi di influenzare il
voto dei consiglieri su cui, sentita l'Avvocatura comunale,
faremo le giuste valutazioni".
L'ex sanatorio, ha proseguito il sindaco Ferrara, "ha una
vocazione sanitaria e tale deve rimanere, come pensano anche
partiti non di centrosinistra; per questo, in trasparenza e
attraverso la legge, abbiamo applicato le tutele urbanistiche
consentite dalla legislazione regionale vigente, lo abbiamo
fatto in nome e per conto della città di Chieti, che ha diritto
a ché strutture di tale pregio vengano riqualificate con un
progetto voluto per la comunità cittadina. Spiace che la Regione
Abruzzo la pensi diversamente e che il presidente annunci
battaglia su un atto che vuole dare il giusto valore a quello
che è un patrimonio pubblico. Nostro intento era e resta
positivo: se avessimo avuto modo di confrontarci direttamente
con la Regione sulla delocalizzazione proposta, su cui il Comune
non è stato sentito, avremmo potuto spiegarne approfonditamente
le ragioni, come abbiamo fatto con la variante. Invece, la
delibera è stata intesa solo come ostativa a un progetto di
delocalizzazione che, a prescindere dalle diverse posizioni,
comunque risulta più costoso e più penalizzante per uffici che,
se rimarranno in centro, continueranno ad alimentare un'economia
importante per Chieti".
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