La madre della bambina al
centro del caso legato alla gestazione per altri che ha portato
al fermo di due italiani in Argentina, tra cui un oncologo di
Padova, è stata contattata su un gruppo di Facebook. Questa, a
quanto si è appreso, l'indicazione fornita dalla stessa donna
alla quale, sei mesi dopo l'inizio della gravidanza, sono stati
pagati circa 5.500 euro (sei milioni di pesos). La donna ha
inoltre raccontato che quando aveva 18 anni aveva già donato gli
ovuli, così come altre ragazze del suo quartiere nella città di
Rosario che partecipavano a trattamenti del genere in cambio di
denaro.
I due cittadini italiani sono stati fermati all'aeroporto di
Buenos Aires Ezeiza mentre cercavano di tornare in Italia con
una neonata frutto di una gpa. Un funzionario che lavora
all'indagine ha riferito al quotidiano argentino La Nacion che
la giustizia sta investigando in particolare sugli intermediari.
Secondo le informazioni trapelate finora, l'organizzazione
che ha assunto la giovane operava con un collegamento negli
Stati Uniti e comunicava con la ragazza attraverso messaggi a
tempo. Gli intermediari si sono occupati dei test clinici e
delle cure e hanno stipulato un'assicurazione medica per circa
un anno, affittando per la donna un appartamento nel ricco
quartiere di Recoleta, nella capitale argentina, fino alla data
del parto. La piccola è nata il 10 ottobre scorso presso il
reparto di maternità della clinica svizzero-argentina della
capitale.
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