La svolta delle indagini sul neonato trovato morto a Piove di Sacco (Padova) è arrivata in serata con il fermo della madre per omicidio aggravato.
Un provvedimento che era nell'aria, secondo le voci che si rincorrevano fin dall'alba dopo la scoperta del corpicino privo di vita. I carabinieri avevano ipotizzato infatti nell'immediatezza del fatto l'infanticidio affermando, tra l'altro, che la bimba sarebbe deceduta "per cause non naturali".
Sul cadaverino, ad un primo esame, esterno non sarebbero stati riscontrati segni di violenza. La donna non sarebbe stata ancora sentita dai militari né dal sostituto procuratore euganeo Sergio Dini che ha comunque fatto un sopralluogo nell'appartamento dove ha partorito la donna. Il fermo è stato notificato dall'Arma alla giovane, un'italiana di 29 anni, senza precedenti penali, all'ospedale di Padova dove è stata accompagnata per una serie di visite specialistiche, guardata a vista dai militari per tutto il giorno.
Il personale medico del 118 era intervenuto nell'appartamento che si trova sopra un night-club dove la madre lavora. Lo stato in cui si trovava la donna aveva lasciato i paramedici perplessi, oltre alle condizioni in cui è apparso ai loro occhi il bagno.
A chiamare i soccorsi sono stati una collega della donna e un loro amico che si trovavano nel night-club, a quell'ora ancora aperto. Il loro intervento sarebbe avvenuto quando la giovane aveva già partorito da sola nel bagno. Nell'appartamento vi solo tre stanze con cinque letti, a disposizione del personale del locale notturno. Sia il night-club che la casa sono tuttora presidiati dai carabinieri che hanno fatto intervenire anche i colleghi del Nas e quelli dell'Ispettorato del lavoro.
Si vuole accertare le condizione igieniche della casa e verificare la posizione contrattuale delle persone che prestavano la loro opera nel locale notturno, gestito da un cinese che aveva rilevato l'attività da vari mesi.. I carabinieri del Reparto operativo di Padova e i colleghi della Compagnia di Piove di Sacco hanno lavorato intensamente per cercare di ricostruire cosa sia realmente avvenuto in quel bagno e soprattutto per capire quale fosse lo stato di salute della bimba dopo il parto. Gli elementi raccolti, le testimonianze e il parere medico-specialistico ha convinto la procura euganea ad emettere il provvedimento cautelare
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