Filippo Turetta ha ammesso in aula
di aver detto "una serie di bugie" nel primo interrogatorio con
il pm Andrea Petroni. Oggi, anche alla luce dei memoriali fatti
avere alle parti, ha dunque ammesso di aver premeditato
l'omicidio di Giulia Cecchettin così come gli viene contestato
dalla procura. Turetta ha ammesso che da alcuni giorni
precedenti il delitto aveva stilato la famosa "lista delle cose
da fare", compreso prelevare contante con il bancomat, da
gettare per far perdere le proprie tracce, così come aveva
studiato in internet come evitare che la propria auto fosse
individuata durante la fuga.
Nel primo interrogatori davanti agli inquirenti, Turetta
aveva affermato che lo scotch era stato acquistato per
"appendere manifesti", i coltelli perché "pensava di
suicidarsi". Dalle ammissioni di Turetta emerge la conferma
delle tesi di accusa secondo cui lo scotch serviva per legare
Giulia e che i coltelli erano stati messi in auto ben prima
dell'11 novembre, giorno del delitto. Di fatto, è emerso che
tutta la vicenda è supportata - come da indagine - da una serie
di atti preparatori, alcuni dei quali non messi in atto
all'ultimo momento.
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