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L'Ue serra i ranghi, il giubilo di Orban e sovranisti. Mosca e Kiev avvisano: 'Nessun passo indietro'

L'Ue serra i ranghi, il giubilo di Orban e sovranisti. Mosca e Kiev avvisano: 'Nessun passo indietro'

Voto Usa al summit di Budapest. Nato, ora 'l'Europa faccia di più'. Iran: 'Non importa chi è il presidente, piani già fatti'. La Cina auspica la 'coesistenza pacifica' con gli Usa

ROMA, 07 novembre 2024, 08:41

di Michele Esposito

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Viktor Orban © ANSA/EPA

Viktor Orban © ANSA/EPA

Eccolo, il peggiore degli incubi, materializzarsi poco le sette della mattina di un cupo mercoledì: l'Europa dopo i 4 anni dell'era Biden si ritrova al punto di partenza, o forse peggio. Si ritrova con un Donald Trump che non ha risparmiato i suoi strali contro Bruxelles nella sua campagna elettorale e che, a gennaio, arriverà alla Casa Bianca mentre l'Ue cerca ancora il bandolo nella matassa nella gara per la competitività globale. Il ritorno di Trump si configura come un terremoto. Dal sostegno all'Ucraina e alla Nato alla strategia del de-risking con la Cina, fino ai partenariati commerciali e tecnologici che con i Democratici al potere erano ripresi a marciare: tutto, ora, potrebbe cambiare.

Per i leader europei, oltre al danno c'è la beffa. Giovedì e venerdì ad attenderli, alla Puskas Arena di Budapest, c'è il più stretto alleato di Trump in Ue: Viktor Orban. L'esultanza del premier magiaro e di tutto il sovranismo europeo è stata totale.

"Una vittoria necessaria al mondo", ha twittato Orban mentre Trump non aveva ancora finito il suo primo discorso da presidente eletto in Florida. Ma a celebrare The Donald sono stati tutti i Patrioti per l'Europa: da Matteo Salvini all'olandese Geert Wilders, fino a Marine Le Pen, che ha parlato di "nuova era politica". Al Parlamento europeo qualcuno ha persino indossato il simbolico cappellino con la scritta 'Maga', mentre le audizioni dei commissari in pectore, seppur con meno serenità rispetto ai primi candidati, sono proseguite senza scossoni.
Da tutte le cancellerie europee, nel giro di una manciata di ore, sono arrivate puntuali le congratulazioni per il nuovo alleato americano nel segno della "storica" amicizia transatlantica. Emmanuel Macron si è detto pronto a lavorare con Trump "con rispetto e ambizione".

Ursula von der Leyen, in uno nuovo scatto della sua Realpolitik, si è congratulata "vivamente" per la vittoria del repubblicano invitandolo a lavorare "ad un'agenda transatlantica forte". Donald Trump sarà il convitato di pietra del duplice vertice che avrà luogo a Budapest: prima la riunione della Comunità Politica europea, poi il Consiglio europeo informale tutto incentrato sui report di Mario Draghi, che illustrerà il suo lavoro. In mezzo, la cena dei leader tutta incentrata sugli effetti dell'uragano Trump.

Giorgia Meloni ci sarà. E tra le mura neogotiche del Parlamento ungherese che ospita la cena sarà chiamata a destreggiarsi tra l'asse franco-tedesco e chi, come l'amico Orban, ha preparato tutto per accogliere nella 'tana del lupo' i suoi avversari europeisti.

Su un punto Orban sembra essersi fermato: far collegare Trump alla cena. Del resto, l'Ue ferita è pronta a riorganizzarsi. Subito dopo la consacrazione di Trump, Emmanuel Macron e Olaf Scholz hanno parlato di uno "stretto coordinamento" e di un lavoro per "un'Europa forte e coesa". Il ritorno di Trump cambia le carte in tavola anche all'Eurocamera, con il Ppe che ha meno margini di manovra per eventuali maggioranze con chi, come i sovranisti, hanno in uno come Trump il loro riferimento. Non a caso ai festeggiamenti dei Patrioti ha fatto seguito una certa freddezza dei Popolari e una misurata soddisfazione di chi, come Fdi, a Bruxelles vuole fare da raccordo tra i filo-Ue e le destre estreme. "E' un giorno buio, ha vinto un progetto xenofobo e autoritario", è stata invece la trincea issata dai Socialisti.

Sempre a Bruxelles, questa volta sul lato Nato, il ritorno di Trump è stato accolto in un mix di sano realismo e ansia da panico. Il rapporto del tycoon con l'Alleanza durante il suo primo mandato è stato a dir poco burrascoso ma, viene spiegato, "le aspettative questa volte sono gestite meglio". Sul fronte ucraino, all'Alleanza Atlantica stemperano il pessimismo osservando come "Trump non ami perdere". Mark Rutte è stato il primo leader dopo Orban a congratularsi con Trump. Non è un caso. La Nato è pronta a tendere la mano al tycoon, convinta che l'Ue debba fare di più. Ora però, viene sottolineato, non si tratta più di un'ipotesi, "ma di un'assioma".

Medvedev: 'Trump ci è utile, vedremo quanto spenderà per guerra'

Donald "Trump ha una qualità che ci è utile: essendo un uomo d'affari fino al midollo, è mortalmente avverso a spendere soldi per vari tirapiedi e accoliti, per alleati idioti... La domanda è quanto Trump sarà costretto a dare per la guerra" in Ucraina: lo scrive su Telegram il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev.

 

"Un paio di giorni fa ho scritto su Telegram del feroce consenso bipartisan anti-Russia a Capitol Hill. Queste valutazioni sono giuste, anche in considerazione della maggioranza 'elefantiaca' del Senato - afferma l'ex presidente russo -. Ma Trump ha una qualità che ci è utile: essendo un uomo d'affari fino al midollo, è mortalmente avverso a spendere soldi per vari tirapiedi e accoliti, per alleati idioti, per progetti di beneficenza sbagliati e per organizzazioni internazionali voraci". "La tossica Ucraina è sulla stessa linea. La domanda è quanto Trump sarà costretto a dare per la guerra - conclude -. Lui è testardo, ma il sistema è più forte. In ogni caso, oggi la feccia verde di Kiev sarà sepolta fino alle orecchie dalla polvere bianca...".

"Vince chi vive di amore per il proprio Paese e non di odio verso gli stranieri". Lo scrive sul suo canale Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, riferendosi apparentemente all'esito delle presidenziali negli Usa, ma senza citarle esplicitamente. "Kamala Harris - scrive ancora Zakharova - aveva ragione quando citava il Salmo 30:5: 'Il pianto può durare una notte, ma la gioia arriva al mattino'". "Alleluia, aggiungo da parte mia", aggiunge la portavoce.

La Cina auspica la 'coesistenza pacifica' con gli Usa

Le elezioni presidenziali "sono affari interni degli Usa e rispettiamo la scelta del popolo americano. La nostra politica nei confronti degli Stati Uniti è coerente e continueremo a vedere e gestire le relazioni in conformità con i principi di rispetto reciproco, coesistenza pacifica e cooperazione win-win", ha detto la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, auspicando una "coesistenza pacifica" con Washington quando Donald Trump sembra viaggiare spedito verso il ritorno alla Casa Bianca.

Mao Ning non ha commentato in modo diretto ed esplicito la scenario della rielezione di Trump alla Casa Bianca, ma ha replicato limitandosi a ribadire che "le elezioni presidenziali degli Stati Uniti sono un affare interno" e "rispettiamo la scelta del popolo americano". Tuttavia, "dopo che i risultati del voto americano saranno pubblicati e annunciati ufficialmente, gestiremo le questioni correlate in conformità con la consueta prassi", ha aggiunto la portavoce quando le è stato chiesto se il presidente cinese Xi Jinping avrebbe chiamato Trump per congratularsi con lui. Per quanto riguarda il potenziale impatto sulla Cina dell'aggressivo programma di dazi al 60% proposto dal tycoon in campagna elettorale all'import dei beni made in China, Mao ha replicato di non voler "rispondere a domande ipotetiche"

Seul vuole 'partnership di sicurezza perfetta' con gli Usa

La Corea del Sud vuole costruire "una partnership di sicurezza perfetta" con la nuova amministrazione Usa ed espandere la portata e il livello dell'alleanza bilaterale, quando Donald Trump viaggia spedito verso il ritorno alla Casa Bianca.

L'Ufficio presidenziale di Seul ha fatto sapere che "il governo lavorerà per stabilire una perfetta postura di sicurezza tra Corea del Sud e Stati Uniti con la nuova amministrazione di Washington per garantire una sicurezza nazionale incrollabile", ha detto in conferenza stampa il vice consigliere per la Sicurezza nazionale Kim Tae-hyo, nel resoconto della Yonhap. 

Kim ha spiegato anche che Seul mira a trasformare la solida partnership in "un'alleanza strategica globale più forte e dinamica", rafforzando la cooperazione in materia di sicurezza, economia e tecnologia avanzata ed espandendo le opportunità per i giovani e gli imprenditori. Inoltre, "una volta confermati i risultati elettorali, prevediamo che sia organizzata poi in modo tempestivo un'opportunità di comunicazione tra il presidente Yoon Suk-yeol e il presidente eletto" americano.

 

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