Cinquanta pazienti su cento non
assumono il farmaco correttamente riducendo o annullando la sua
efficacia, è da questo presupposto che l'Usl Umbria 1 ha ideato
il progetto pilota denominato "Il paziente responsabile", che si
pone l'obiettivo di aumentare la responsabilità farmaceutica dei
paziente che, per la tipologia di medicinali prescritti e
assunti, affluiscono direttamente ai propri punti di
distribuzione farmaci. Durerà 12 mesi e partirà da ottobre dal
centro di distribuzione posto all'ospedale di Perugia dopo
essere nato in accordo con le indicazioni della Cabina di regia
regionale per il governo della spesa farmaceutica, coordinata da
Fausto Bartolini.
Il progetto è stato presentato nel corso di una conferenza
stampa, che si è tenuta a Perugia, alla presenza di Nicola
Nardella, direttore generale Usl Umbria 1, Andrea Caprodossi,
responsabile Servizio farmaceutico Usl Umbria 1, Filiberto
Orlacchio, presidente Ordine farmacisti della provincia di
Perugia, e Vittoria Blandini, farmacista Usl Umbria 1.
"La necessità di rendere un paziente responsabile - ha
spiegato Nardella - è legata al fatto che è fondamentale
nell'efficacia di un farmaco che il paziente compartecipi alla
gestione. In sostanza, l'aderenza terapeutica è essenziale nel
processo terapeutico tanto più adesso che tanti farmaci, anche
di tipo neoplastico quindi dei chemioterapici, vengono assunti
per bocca".
"C'è un sondaggio americano - ha riportato Caprodossi - che
dice che l'8% dei pazienti si toglierebbe 2 anni di vita pur di
non assumere le terapie che hanno in atto nella terapia cronica.
In Italia l'aderenza dei pazienti è bassa: per artrite
reumatoide è di circa il 60%, per la terapia antipertensiva del
50% mentre per quella antidiabetica del 40%. I più aderenti sono
i pazienti delle malattie infettive con 80-85%".
Con questo progetto - è stato spiegato - c'è un
progressivo avvicinamento del paziente al suo trattamento, che
consente un controllo diretto della sua aderenza alla terapia,
strumento inscindibile dall'appropriatezza prescrittiva, che gli
permette di essere posto al centro della suo stesso percorso
terapeutico, spesso ad alto costo. Per appropriatezza
prescrittiva si intende una prescrizione farmacologica che viene
fatta dal medico all'interno delle indicazioni cliniche per le
quali il farmaco si è dimostrato efficace e all'interno delle
sue indicazioni d'uso. Ogni farmaco per risultare efficace deve
essere assunto secondo quelle che sono le dosi e la durata
adeguata al trattamento. Fattori che sono influenzati
direttamente dall'aderenza terapeutica del paziente stesso.
Nello specifico, l'aderenza terapeutica è definita, secondo
l'Organizzazione Mondiale della Sanità, come "la misura in cui
il comportamento di una persona nell'assunzione di farmaci, nel
seguire una dieta o nel cambiare stile di vita corrisponde alle
raccomandazioni concordate con un operatore sanitario".
Molto spesso il paziente, "inconsapevole" - è stato spiegato
ancora -, sottostima l'importanza di mantenere sempre un
comportamento adeguato nell'assunzione di farmaci a lui
necessari. Sottostima spesso ulteriormente aggravata dalla
mancata conoscenza del costo dei farmaci a loro dedicati andando
così a vanificare spesso un'intera terapia oltre che generare
una mobilizzazione di fondi sanitari pubblici non vantaggiosa
poi in termini di salute.
Punto chiave del progetto è la responsabilizzazione del
paziente: ottenuta attraverso un riscontro cartaceo tipo
"scontrino" datato che permette così di avere un reminder per
l'utente del giorno di dispensazione futura, sarà uno strumento
utile nella corretta gestione temporale della terapia e della
necessità di tenerlo in frigo (con indicazioni anche sulla
temperatura ideale) o meno.
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