L'Assemblea legislativa
dell'Umbria ha oggi approvato, con i soli voti della maggioranza
(contrari Pd, M5s e Misto) il "Programma triennale di politica
patrimoniale del demanio e del patrimonio immobiliare della
Regione Umbria per il triennio 2024-2026" atto amministrativo
proposto dalla Giunta regionale.
Nella valutazione complessiva - riferisce una nota dell'ente
- i fabbricati sono circa mille con un valore stimato al 2022 di
circa 260 milioni; i terreni corrispondono a circa 27mila ettari
per un valore (prezzi correnti di mercato) di circa 55 milioni
di euro. Le infrastrutture demaniali ferroviarie e telematiche
in fibra valgono circa 130 milioni di euro. Rispetto all'ultimo
piano molti sono stati gli avvicendamenti rispetto al
patrimonio.
Per Fabio Paparelli (Pd) "è un nuovo Piano triennale non
destinato a dare frutti: nonostante l'Umbria abbia 400 milioni
di patrimonio pubblico stimato, non mi risulta siano state fatte
vendite o opere di messa a frutto di tale patrimonio. Avevo
indicato di cambiare sistema, abbiamo un grande patrimonio
turistico, sanitario, sociale che dovrebbe fare parte dei piani
di sviluppo della Regione. Non è stato messo a reddito alcun
patrimonio. Ho più volte citato ad esempio Caicocci. È opportuno
procedere celermente con un cambio di passo forte. C'è solo un
modo per realizzare qualche impegno utile per non far deperire
il patrimonio: organizzare una moderna vetrina con perizie già
fatte che consenta a un investitore straniero o chiunque sia di
poter acquistare; se il meccanismo rimane quello di aspettare
che qualcuno si interessi a qualcosa e poi anche dover attendere
l'iter burocratico, abbiamo un meccanismo vecchio e farraginoso,
invece avremmo tanto bisogno di poter utilizzare il patrimonio".
L'assessore Paola Agabiti ha sottolineato che "nei cinque
anni di governo di questa Giunta regionale ingenti investimenti
sono partiti: solo per citare Caicocci, è stato oggetto di
intervento attraverso fondi Pinqua con 2 bandi da 30 milioni di
euro, per l'ex ospedale di Città di Castello 15 milioni, ricordo
anche Villa Montesca e altri interventi minori che stanno
andando avanti. In questa legislatura sono state messe in atto
azioni concrete per il patrimonio, come mai avvenuto prima".
Per il capogruppo Lega, Valerio Mancini, "prima di questa
amministrazione si è evidenziata l'incapacità politica di
rendere appetibile il patrimonio. Vi sono stati tentativi anche
dei privati, che sono stati rigettati al mittente dalla
politica. Forse perché non facevano parte dell'azione di
governo. Abbiamo trovato un patrimonio immobiliare devastato.
Abbiamo votato emendamenti per dare un seguito al recupero
dell'ex ospedale di Città di Castello e per l'ex ospedale Calai.
Fino a quel momento nessuno se n'era occupato. La grande bolla
era il 2010, quando il patrimonio poteva essere venduto
facilmente. Ma in passato non sono state fatte valorizzazioni e
oggi, se non vi è particolare pregio, il bene non viene
sfruttato. A Città di Castello gli amministratori di allora, fra
cui l'attuale vicepresidente di quest'Aula, Bettarelli, dissero
di no a un imprenditore che avrebbe valorizzato tutta la città".
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