L'Assemblea legislativa
dell'Umbria, con 13 voti favorevoli (Lega, FdI, Forza Italia,
Patto civico) e sette astenuti (Pd, M5S, misto), ha approvato le
"Linee di indirizzo triennali 2024/2026 per il sistema integrato
di educazione e istruzione per l'infanzia fino a sei anni di
età".
Illustrando l'atto in Aula, la consigliera Elena Proietti
Trotti (Fdi - presidente della Terza commissione) ha detto che
"le linee di indirizzo attuano la legge regionale '13/2023' con
la quale la Regione, adeguandosi alla normativa nazionale,
sostiene il sistema dei servizi integrati all'infanzia fino a
sei anni di età. In questo modo si vuole governare e consolidare
quel processo di integrazione, avviato in via sperimentale a
partire dal 2018, tra i sistemi socio educativi per la prima
infanzia, fino a tre anni di età, e la scuola dell'infanzia, con
cui si avvia il primo ciclo di istruzione. Si tratta di un
approccio fortemente innovativo che promuove l'integrazione tra
due sistemi tradizionalmente separati tra loro e con riferimenti
istituzionali diversi. Le linee guida individuano come obiettivi
e strategie lo sviluppo e la qualificazione dell'offerta dei
servizi, i livelli essenziali di qualità e di organizzazione dei
servizi, la partecipazione attiva ed informata delle famiglie,
l'accompagnamento all'accreditamento dei servizi, la formazione
del personale educatore e insegnante, la promozione dei poli per
l'infanzia. In questo processo proprio lo sviluppo dei poli per
l'infanzia rappresenterà un'esperienza simbolo dell'integrazione
tra le due tipologie di servizi, destinata a maturare le buone
pratiche sperimentate, arrivando a contaminare l'intero sistema
territoriale dei servizi, pur nel rispetto delle singole
specificità territoriali".
"Il rapporto Istat 2023 sui servizi educativi alla prima
infanzia per il 2021/22, rispetto ai residenti per quella fascia
di età - ha spiegato, secondo quanto riferisce un comunicato
della Regione - mette in evidenza il primato dell'Umbria, con un
livello di copertura del 43,7%, rispetto al dato nazionale
(28%). Un risultato che la pone davanti ad Emilia Romagna, Valle
d'Aosta e Provincia di Trento. La situazione demografica umbra
vede un calo delle nascite nel 2023 del 3,4% rispetto all'anno
precedente, con un numero medio di figli per donna di 1,1. Il
tasso di natalità ogni mille residenti è di 5,6. L'offerta di
servizi rivolti alla fascia di età 0-3 anni è principalmente
quella dei nidi d'infanzia che rappresentano il 67% del totale
dei servizi educativi offerti a livello regionale per una
percentuale di iscritti dell'82,2%. Il 40,1% dei nidi è pubblico
ed accoglie il 46,6% della popolazione 0-3 che usufruisce del
servizio, mentre i nidi privati accolgono il restante 53,4%. Un
ruolo importante è rappresentato anche dalle sezioni primavera
pari all'11,2% dei servizi complessivi offerti a livello
regionale e al 6,4% dei beneficiari dei servizi".
Per Paola Fioroni (Lega), "questo è un atto realmente
significativo per il nostro sistema di istruzione 0-6. Le
risorse dedicate a questo tema sono un investimento e non una
spesa, servono a creare coesione sociale. Il servizio per
l'infanzia umbro ha un livello ottimo non da ora, però c'è la
necessità di adeguare quantità e qualità, anche grazie al
percorso ora consolidato di formazione degli operatori 0-6. Bene
anche l'attenzione all'accreditamento che permette di avere un
livello di qualità uniforme ed omogeneo. Altro elemento positivo
è la partecipazione della famiglia, parte essenziale della
comunità educante. Viene finalmente inserita e prevista la
possibilità di dare sostegno ai bambini con disabilità nella
fascia 0-3. Un punto essenziale che permette di dare una
risposta adeguata anche in questa fascia di età, un contributo
di civiltà nella nostra regione, una delle cifre più importanti
che questo atto dà al nostro sistema educativo".
Michele Bettarelli (Pd), annunciando l'astensione, ha
osservato che "l'atto ha molti elementi positivi ma restano
alcune criticità che non lo rendono votabile. Si tratta di un
argomento importante ed è giusto che la Regione lo disciplini e
ci metta le risorse. Però un governo che chiede ai comuni una
programmazione triennale e poi mette risorse annuali crea
comunque delle difficoltà. Inoltre a livello centrale ci sono
stati dei tagli. Su questo i comuni soffrono. Serve sollecitare
il Governo affinché le risorse ci siano e su base triennale".
Secondo l'assessore Paola Agabiti, "quanto fatto da questa
Giunta per il sostegno alle famiglie non ha precedenti. Le
risorse stanziate dalla Regione in bilancio e grazie ad altri
strumenti messi in campo in questi anni ci sono e sono evidenti,
dai sostegni erogati alle famiglie per il pagamento delle mense
al rimborso delle rette. E questo impegno ci sarà per tutto il
settennato dei fondi europei, che prosegue fino al 2027 per
sostenere famiglie e giovani. Lo stiamo facendo, cosa che
purtroppo non è mai accaduto in passato".
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