"A seguito di ripetuti episodi
verificatisi di recente e riguardanti il regime di par condicio
durante la campagna elettorale, l'Associazione stampa umbra e
l'Ordine dei giornalisti ritengono opportuno intervenire per
ricordare i contenuti e i destinatari della legge 22 febbraio
2000 al fine di evitare, come purtroppo accaduto, che
l'esercizio del diritto-dovere dei giornalisti di informare i
cittadini su fatti di evidente interesse pubblico venga limitato
da interpretazioni errate ed esorbitanti della suddetta
normativa": lo si legge in una congiunta.
"Vari soggetti pubblici - sostengono Asu e Odg - hanno
infatti confuso in alcune circostanze il divieto di
comunicazione istituzionale con un più generale silenzio anche
su materie che non hanno diretto interesse con la campagna
elettorale e che anzi riguardano il diritto dei cittadini ad
essere correttamente informati. Responsabili e funzionari,
appellandosi alla par condicio, in numerose occasioni non hanno
rilasciato dichiarazioni esplicative su argomenti di pubblico
interesse e non attinenti direttamente alla campagna elettorale.
La par condicio però è stata concepita per evitare disparità
nella comunicazione istituzionale e politica da parte di
rappresentanti politici e non certo per imporre il silenzio alla
pubblica amministrazione. Il racconto di aspetti della realtà
che impattano ogni giorno sulla vita delle persone rappresenta
un interesse collettivo che non può essere limitato da
applicazioni non corrette della par condicio. Asu e Odg
richiamano quindi ad una più attenta interpretazione della
normativa onde evitare un corto circuito informativo che già si
è avuto modo purtroppo di sperimentare, spesso, con le nuove
leggi sulla presunzione di innocenza e consentendo ai
giornalisti di svolgere a pieno il loro lavoro nell'interesse
collettivo e nel pieno rispetto del dettato costituzionale e del
ruolo riconosciuto alla stampa dalle leggi nazionali e dalla
Ue".
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