L'automotive, settore
strategico in Italia e in Umbria, dove sono oltre 2.000 i
dipendenti diretti del comparto e altri 4.000 quelli
dell'indotto, "è al collasso".
E' emerso dall'assemblea regionale della Fiom Cgil che si è
tenuta a Todi in vista dello sciopero generale unitario di
venerdì 18 ottobre, sul tema "Cambiamo marcia: acceleriamo verso
un futuro più giusto".
Una mobilitazione unitaria, di "importanza strategica", come
ha ricordato Michele De Palma, segretario generale della Fiom
Cgil nazionale, secondo quanto riferisce una nota sindacale. "Lo
sciopero unitario di venerdì 18 ottobre con manifestazione
nazionale a Roma è per fermare il collasso e far ripartire il
settore automotive nel nostro Paese - ha detto -, perché è
centrale per l'industria e per l'occupazione. Stellantis ha
fallito gli obiettivi in termini di produzione e questo sta
avendo effetti devastanti sulla componentistica in tutta Italia
e anche in Umbria. È per questo che scioperiamo il 18 e
manifestiamo a Roma, da piazza Barberini a piazza del Popolo.
Chiediamo alla presidente del Consiglio di convocare a Palazzo
Chigi il presidente di Stellantis, John Elkann, e
l'amministratore delegato, Carlos Tavares, con tutte le aziende
dell'automotive perché è necessario raggiungere un accordo che
stabilisca un pacchetto straordinario di risorse e di interventi
per rilanciare l'industria dell'automotive e garantire
l'occupazione. C'è bisogno di ridurre gli orari, c'è bisogno di
formazione, c'è bisogno di accompagnare la transizione ecologica
insieme alle lavoratrici e ai lavoratori e non contro".
Marco Bizzarri e Alessandro Rampiconi, segretari generali
della Fiom Cgil di Perugia e Terni, hanno rimarcato "il crollo
della produzione di un settore assolutamente strategico per
l'Umbria, dalla componentistica alla filiera del tubo". "Di
fronte a questa situazione drammatica la risposta della Regione
Umbria è stata del tutto insufficiente - hanno sottolineato - un
documento arrivato tardi, a ridosso della scadenza elettorale,
che non mette in campo strumenti concreti che possano agevolare
la necessaria riorganizzazione del settore e difendere
l'occupazione".
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