"Le audizioni della proprietà
della Ast di Terni e delle rappresentanze sindacali - oggi in
Commissione Attività produttive alla Camera - confermano un
quadro molto preoccupante. Il continuo rinvio della firma
dell'accordo di programma con il ministero delle Imprese e del
Made in Italy sta infatti determinando la sospensione di una
parte degli investimenti consistenti che Arvedi aveva annunciato
per il sito ternano e mette a rischio anche la possibilità di
utilizzare i fondi Pnrr previsti nei tempi prestabiliti": è
quanto sottolineano in una nota congiunta Anna Ascani, deputata
Pd, Elisabetta Piccolotti, deputata Alleanza Verdi Sinistra, ed
Emma Pavanelli, deputata Movimento 5 stelle.
"Il Governo - proseguono - aveva preso degli impegni sul
rilancio della siderurgia e anche nello specifico assicurando il
proprio contributo al fine di accrescere la competitività degli
impianti ternani, procedere sulla strada della decarbonizzazione
e tutelare la salute dei cittadini ternani. Troppi mesi sono già
andati persi, nel frattempo anche il quadro internazionale è
cambiato e soltanto con l'annuncio della cassa integrazione, e
le conseguenti azioni sindacali e politiche, la presidente Tesei
si è decisa a riprendere il dialogo con le parti e il ministro
Urso a convocare anche i rappresentanti dei lavoratori".
"Ora chiediamo - concludono Ascani, Piccolotti e Pavanelli -
che vengano trovate soluzioni coerenti e credibili, capaci di
dare risposte veloci al problema del costo dell'energia che a
quanto dichiarato dalla proprietà è al centro della trattativa.
Per parte nostra, come opposizioni, non permetteremo che i
riflettori vengano spenti su Terni e sul suo futuro.
Continueremo come abbiamo fatto in questi mesi a sollecitare il
governo con interrogazioni e richieste di audizioni affinché non
si perda ulteriore tempo".
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