In dieci anni di operatività, il
Fondo Strategico Trentino-Alto Adige ha realizzato
complessivamente 247,6 milioni di euro di finanziamenti sia in
forma diretta che indiretta a più di 450 imprese della regione.
Il Fondo è gestito da Finint Investments e partecipato dalle
Provincia autonome di Bolzano e Trento, dal fondo pensione
territoriale Laborfonds, a cui successivamente si sono uniti
anche Banca Popolare dell'Alto Adige e Pensplan Plurifond,
gestito da Itas. Con una dotazione complessiva di 223 milioni di
euro (75 milioni dalla Provincia di Bolzano, 75 milioni da
Trento, 53 milioni da Laborfonds, 10 milioni di euro da
Plurifond e 10 milioni da Banca Popolare dell'Alto Adige), è
suddiviso in due comparti corrispondenti alle due province.
Il Fondo Strategico ha sottoscritto 56 operazioni di prestiti
obbligazionari emessi da 49 diverse imprese e 11 operazioni di
direct lending. Con riferimento al comparto di Trento, nel
periodo di operatività il Fondo ha sostenuto direttamente 41
imprese della provincia di Trento erogando finanziamenti diretti
per 117,6 milioni di euro, di cui 35 attraverso la
sottoscrizione di minibond emessi e 10 tramite direct lending.
Inoltre, ha stipulato 4 convenzioni bancarie per 25 milioni di
euro a beneficio di oltre 200 microimprese della provincia. Con
riferimento al comparto di Bolzano, nel periodo di operatività
il Fondo ha sostenuto direttamente 19 imprese della provincia di
Bolzano attraverso minibond e finanziamenti diretti per
complessivi 80 milioni di euro. Inoltre, ha stipulato 4
convenzioni bancarie per 25 milioni di euro a beneficio di oltre
200 microimprese della provincia.
"Crediamo che i risultati del Fondo Strategico possano essere
uno stimolo importante per tutti gli attori del territorio,
siano essi enti pubblici, associazioni imprenditoriali, asset
managers ed enti di natura previdenziale affinché non vada
dispersa una esperienza al tempo pionieristica che tanto ha
prodotto in termini di ricchezza economica e occupazionale alle
provincie di Trento e Bolzano", commenta l'ad Mauro Sbroggiò.
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